In caso di eventi alluvionali, i danni strutturali e/o le interruzioni di servizio delle infrastrutture lineari di trasporto (ad esempio ferrovie, autostrade, ecc.) sono responsabili di una parte considerevole delle perdite economiche totali, dirette e indirette, specialmente nei Paesi più sviluppati. Partendo da questa considerazione, la memoria, che descrive la metodologia messa a punto in un recente Contratto di ricerca tra Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna (RFI-DICAM, 2019), si concentra sulle grandi reti di infrastrutture di trasporto (in particolare la rete ferroviaria) e propone una metodologia speditiva per (1) identificare le porzioni di tratte della rete infrastrutturale esposte a pericolosità per alluvioni fluviali e (2) raggruppare tali porzioni di tratte in classi diverse a seconda del tipo di fenomeno alluvionale a cui sono esposte, del meccanismo di danneggiamento e della gravità dello scenario di allagamento attesi (ad es., sormonto del rilevato, instabilità dello stesso, dovuta a infiltrazione o sifonamento, possibile collisione di treni o veicoli contro detriti fluviali, ecc.). L’identificazione di queste sottotratte, nonché la stima delle principali grandezze che quantificano l’intensità dell’evento (ad es. tiranti, velocità dell’acqua, durata dell’alluvione, ecc.), in linea di principio, potrebbero basarsi sui risultati di simulazioni idrodinamiche; tuttavia, nel caso di reti di trasporto di notevole estensione, tali simulazioni sono al più disponibili per limitate porzioni del territorio. Nel caso in cui si desideri pervenire a una valutazione complessiva, o comunque ad ampia scala spaziale, è conveniente ricorrere all’applicazione di algoritmi e indici geomorfologici di rapida elaborazione basati sui DTM (Digital Terrain Model) come, nel nostro caso, il Geomorphic Flood Index (GFI). In quest’ultimo caso, come evidenziato in letteratura e anche nella presente memoria, si identificano, con accettabile precisione e affidabilità, le aree soggette a pericolosità alluvionale a partire dalla caratterizzazione geomorfologica del bacino fluviale. La struttura metodologica proposta è adatta a studi su larga scala poiché si basa principalmente su semplici analisi di DTM e richiede, in aggiunta, per la calibrazione, soltanto una mappatura dell’area allagabile (relativa a eventi reali o anche a simulazioni idrauliche di scenario) riferita ad una porzione, di estensione anche contenuta, del territorio di interesse. Nella memoria, accanto all’approccio GFI utilizzato per l’identificazione delle tratte inondabili, viene anche implementato un approccio geomorfologico utile a identificare le potenziali sorgenti di colate detritiche, il cui percorso può colpire l’infrastruttura. La procedura è stata testata in alcuni casi di studio reali in Italia e i risultati sono stati confrontati con le testimonianze di eventi alluvionali verificatesi lungo le linee ferroviarie che hanno subito rallentamenti o interruzioni del traffico. I risultati mostrano le potenzialità della metodologia, che può essere facilmente adattata a diversi casi di studio e rispondere a requisiti specifici. La procedura proposta rappresenta uno strumento robusto, applicabile anche su scala nazionale, per supportare i processi decisionali di identificazione delle misure di gestione e di mitigazione del rischio di alluvione associato a grandi reti di trasporto.
Francesca Carisi, C.S. (2019). Una metodologia speditiva per la valutazione della pericolosità alluvionale associata ad infrastrutture di trasporto estese. L'ACQUA, 3, 5-24.
Una metodologia speditiva per la valutazione della pericolosità alluvionale associata ad infrastrutture di trasporto estese
Francesca Carisi;Alessio Domeneghetti;Attilio Castellarin;Armando Brath
2019
Abstract
In caso di eventi alluvionali, i danni strutturali e/o le interruzioni di servizio delle infrastrutture lineari di trasporto (ad esempio ferrovie, autostrade, ecc.) sono responsabili di una parte considerevole delle perdite economiche totali, dirette e indirette, specialmente nei Paesi più sviluppati. Partendo da questa considerazione, la memoria, che descrive la metodologia messa a punto in un recente Contratto di ricerca tra Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna (RFI-DICAM, 2019), si concentra sulle grandi reti di infrastrutture di trasporto (in particolare la rete ferroviaria) e propone una metodologia speditiva per (1) identificare le porzioni di tratte della rete infrastrutturale esposte a pericolosità per alluvioni fluviali e (2) raggruppare tali porzioni di tratte in classi diverse a seconda del tipo di fenomeno alluvionale a cui sono esposte, del meccanismo di danneggiamento e della gravità dello scenario di allagamento attesi (ad es., sormonto del rilevato, instabilità dello stesso, dovuta a infiltrazione o sifonamento, possibile collisione di treni o veicoli contro detriti fluviali, ecc.). L’identificazione di queste sottotratte, nonché la stima delle principali grandezze che quantificano l’intensità dell’evento (ad es. tiranti, velocità dell’acqua, durata dell’alluvione, ecc.), in linea di principio, potrebbero basarsi sui risultati di simulazioni idrodinamiche; tuttavia, nel caso di reti di trasporto di notevole estensione, tali simulazioni sono al più disponibili per limitate porzioni del territorio. Nel caso in cui si desideri pervenire a una valutazione complessiva, o comunque ad ampia scala spaziale, è conveniente ricorrere all’applicazione di algoritmi e indici geomorfologici di rapida elaborazione basati sui DTM (Digital Terrain Model) come, nel nostro caso, il Geomorphic Flood Index (GFI). In quest’ultimo caso, come evidenziato in letteratura e anche nella presente memoria, si identificano, con accettabile precisione e affidabilità, le aree soggette a pericolosità alluvionale a partire dalla caratterizzazione geomorfologica del bacino fluviale. La struttura metodologica proposta è adatta a studi su larga scala poiché si basa principalmente su semplici analisi di DTM e richiede, in aggiunta, per la calibrazione, soltanto una mappatura dell’area allagabile (relativa a eventi reali o anche a simulazioni idrauliche di scenario) riferita ad una porzione, di estensione anche contenuta, del territorio di interesse. Nella memoria, accanto all’approccio GFI utilizzato per l’identificazione delle tratte inondabili, viene anche implementato un approccio geomorfologico utile a identificare le potenziali sorgenti di colate detritiche, il cui percorso può colpire l’infrastruttura. La procedura è stata testata in alcuni casi di studio reali in Italia e i risultati sono stati confrontati con le testimonianze di eventi alluvionali verificatesi lungo le linee ferroviarie che hanno subito rallentamenti o interruzioni del traffico. I risultati mostrano le potenzialità della metodologia, che può essere facilmente adattata a diversi casi di studio e rispondere a requisiti specifici. La procedura proposta rappresenta uno strumento robusto, applicabile anche su scala nazionale, per supportare i processi decisionali di identificazione delle misure di gestione e di mitigazione del rischio di alluvione associato a grandi reti di trasporto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.