Come messo in risalto sin dalle più risalenti analisi femministe del fenomeno (si pensi, prima ancora che alle denunce di Catharine MacKinnon degli anni ’70-‘80, alla “Déclaration” di Olympe de Gouge del 1791, o all’opera di Friedrich Engels del 1884 – tutti lavori richiamati e commentati in questo volume di Marìa Leoba Castañeda Rivas ), l’elemento che culturalmente, e storicamente, ha permesso e legittimato (e tuttora permette e legittima) la normalizzazione e la diffusione della subordinazione delle donne, risiede primieramente nell’asimmetria costitutiva, patriarcale, del potere, istituzionalizzata proprio nell’idea dell’essenzialistica “complementarietà” (ma non dell’uguaglianza) dei ruoli legati al genere. Nascosta tra le maglie ideologiche di un concetto culturale di normalità troppo ubiquitario e radicato per poter essere messo in discussione, e così legittimata, e dunque non percepita come tale, tale asimmetria costituisce, invero, un fattore-chiave nel determinare quella situazione di “scacco matto” culturale che più impedisce di rendere la subordinazione, che essa fonda, veramente visibile, in tali termini, a sé stessa – e dunque efficacemente controbattibile.
Annalisa Verza (2019). La fuerza regoladora de los modelos de género, entre el derecho y la cultura – Pròlogo. Ciudad de Mexico : Porrúa.
La fuerza regoladora de los modelos de género, entre el derecho y la cultura – Pròlogo
Annalisa Verza
2019
Abstract
Come messo in risalto sin dalle più risalenti analisi femministe del fenomeno (si pensi, prima ancora che alle denunce di Catharine MacKinnon degli anni ’70-‘80, alla “Déclaration” di Olympe de Gouge del 1791, o all’opera di Friedrich Engels del 1884 – tutti lavori richiamati e commentati in questo volume di Marìa Leoba Castañeda Rivas ), l’elemento che culturalmente, e storicamente, ha permesso e legittimato (e tuttora permette e legittima) la normalizzazione e la diffusione della subordinazione delle donne, risiede primieramente nell’asimmetria costitutiva, patriarcale, del potere, istituzionalizzata proprio nell’idea dell’essenzialistica “complementarietà” (ma non dell’uguaglianza) dei ruoli legati al genere. Nascosta tra le maglie ideologiche di un concetto culturale di normalità troppo ubiquitario e radicato per poter essere messo in discussione, e così legittimata, e dunque non percepita come tale, tale asimmetria costituisce, invero, un fattore-chiave nel determinare quella situazione di “scacco matto” culturale che più impedisce di rendere la subordinazione, che essa fonda, veramente visibile, in tali termini, a sé stessa – e dunque efficacemente controbattibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.