L’articolo prende in esame la frase interrogativa che precede la profezia di Forese Donati nel canto xxiii del Purgatorio : « O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica ? ». Dopo aver passato in rassegna alcune interpretazioni recenti che ne fanno una domanda retorica di tipo fàtico-riempitivo, comune nell’italiano di oggi (‘amico mio, che vuoi che dica ?’), l’autore dimostra invece che il significato dell’interrogativa è strettamente connesso a costrutti fraseologici con volere che + verbo al congiuntivo, esprimenti volontà, desiderio e intenzione, ben documentati nella Commedia e nel fiorentino dell’epoca di Dante.
Tesi, R. (2019). Prove d'interpretazione di una interrogativa dantesca: "O dolce frate, che vuo' tu ch'io dica?" (Purg. XXIII 97). STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE, 98(1), 9-25.
Prove d'interpretazione di una interrogativa dantesca: "O dolce frate, che vuo' tu ch'io dica?" (Purg. XXIII 97)
Tesi, Riccardo
2019
Abstract
L’articolo prende in esame la frase interrogativa che precede la profezia di Forese Donati nel canto xxiii del Purgatorio : « O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica ? ». Dopo aver passato in rassegna alcune interpretazioni recenti che ne fanno una domanda retorica di tipo fàtico-riempitivo, comune nell’italiano di oggi (‘amico mio, che vuoi che dica ?’), l’autore dimostra invece che il significato dell’interrogativa è strettamente connesso a costrutti fraseologici con volere che + verbo al congiuntivo, esprimenti volontà, desiderio e intenzione, ben documentati nella Commedia e nel fiorentino dell’epoca di Dante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.