La storia locale ha il pregio di praticare ancora un uso intensivo degli archivi e, dunque, delle fonti primarie, a differenza di quanto accade per molti studi transnazionali che sempre più spesso sono costruiti unicamente su fonti secondarie (cioè, la letteratura internazionale già esistente su un determinato argomento). Per questo, al di là delle “mode” storiografiche del momento, sembra il caso di ribadire come sia nelle ricerche a livello locale che risulta concretamente realizzabile l’obiettivo di intrecciare diversi livelli di indagine, quali la storia delle istituzioni, la storia sociale, la storia “di genere” e la storia comparata. Concentrarsi su un ambito di scala ridotto (locale/regionale) consente, da una parte, di fare interagire compiutamente questi diversi tipi di approccio metodologico; e dall’altra permette di costruire, parallelamente, percorsi di partecipazione (conferenze, mostre, interventi nelle scuole) che diano seguito alla convinzione – affermata da tutti i migliori manuali di didattica della storia, ma a volte dimenticata in ambito accademico – che l’utilità della storia come disciplina di studio e di ricerca è tanto maggiore quanto più alto è il sapere diffuso che essa genera.
Carlo De Maria (2018). Storia locale, didattica della storia e Public History. Alcune considerazioni sul mestiere di storico e sul rapporto con le fonti. CLIONET, 2, 7-10.
Storia locale, didattica della storia e Public History. Alcune considerazioni sul mestiere di storico e sul rapporto con le fonti
Carlo De Maria
2018
Abstract
La storia locale ha il pregio di praticare ancora un uso intensivo degli archivi e, dunque, delle fonti primarie, a differenza di quanto accade per molti studi transnazionali che sempre più spesso sono costruiti unicamente su fonti secondarie (cioè, la letteratura internazionale già esistente su un determinato argomento). Per questo, al di là delle “mode” storiografiche del momento, sembra il caso di ribadire come sia nelle ricerche a livello locale che risulta concretamente realizzabile l’obiettivo di intrecciare diversi livelli di indagine, quali la storia delle istituzioni, la storia sociale, la storia “di genere” e la storia comparata. Concentrarsi su un ambito di scala ridotto (locale/regionale) consente, da una parte, di fare interagire compiutamente questi diversi tipi di approccio metodologico; e dall’altra permette di costruire, parallelamente, percorsi di partecipazione (conferenze, mostre, interventi nelle scuole) che diano seguito alla convinzione – affermata da tutti i migliori manuali di didattica della storia, ma a volte dimenticata in ambito accademico – che l’utilità della storia come disciplina di studio e di ricerca è tanto maggiore quanto più alto è il sapere diffuso che essa genera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.