Tre sarcofagi nella Raccolta Lercaro di Bologna, tra collezionismo e recupero dell’antico

This paper presents three marble sarcophagi from the Lercaro Collection in Bologna. The first artefact is a sarcophagus front with a continuous frieze depicting episodes from the New and Old Testaments, originally conserved in Palazzo Albani in Soriano nel Cimino, but dispersed on the antiques market since the second half of the last century. A stylistic-iconographic analysis of the narrative structure allows us to place the element within a well-known typology widespread in the first thirty years of the 4th century. In addition, we propose an interpretation of the post-antique integrative interventions, which are reflected in the restoration practice widespread in the Roman context during the 18th century. In the case of the other two unpublished sarcophagi, a careful analysis of the technical, technological and stylistic aspects makes it possible to identify valuable copies of Roman originals from the Middle and Late Imperial periods. The models are identified and an interpretation is proposed that aims to reconstruct the genesis of any iconographic anomalies. The production of these artefacts fits well into the artistic and cultural climate of the first two decades of the 20th century and provides evidence of a still largely unexplored phenomenon of the reproduction and counterfeiting of antiquity, which took on completely new forms and dynamics between the 18th and 20th centuries.

Il contributo presenta tre sarcofagi marmorei esposti nella Raccolta Lercaro di Bologna. Nel primo manufatto si riconosce una fronte di sarcofago a fregio continuo con episodi neo e veterotestamentari, originariamente conservata presso Palazzo Albani a Soriano nel Cimino ma dispersa sul mercato antiquario dalla seconda metà del secolo scorso. Oltre ad un’analisi stilistico-iconografica del tessuto narrativo, che consente di collocare l'elemento all'interno di una nota tipologia diffusa nel primo trentennio del IV secolo. si propone una lettura degli interventi integrativi post-antichi, che trovano riscontro nella prassi di restauro diffusa durante il XVIII secolo in ambito romano. Negli altri due sarcofagi, inediti, è invece possibile riconoscere pregevoli copie di originali romani di età medio e tardo-imperiale grazie ad un'accurata analisi degli aspetti tecnici, tecnologici e stilistici. Di essi si identificano i modelli e si propone una lettura che mira a ricostruire la genesi di eventuali anomalie iconografiche. La produzione di questi manufatti ben si colloca nella temperie artistico-culturale del primo ventennio del XX secolo, documentando un fenomeno ancora poco indagato di riproduzione e contraffazione dell’antico, che tra il XVIII e il XX secolo assunse forme e dinamiche del tutto inedite.