L'articolo esamina il tema del genere nel campo della prevenzione dei rischi professionali. Dopo aver riassunto il difficile cammino delle politiche di genere a livello comunitario e nella maggior parte degli Stati europei, l'A. offre una analisi del contesto normativo italiano e dei relativi problemi che affliggono i luoghi di lavoro allo scopo di rappresentare la significativa metamorfosi subita da tale ordinamento in poco più di un secolo. Alla luce delle recenti inchieste nazionali, che confermano il preoccupante aumento della segregazione orizzontale e verticale della manodopera femminile e la maggiore esposizione di questa categoria di lavoratori ai rischi psicosociali ed alle malattie croniche, si analizzano le ultime revisioni del dato positivo promosse nell'ottica della semplificazione degli adempimenti degli oneri formali. Dietro tali obiettivi si nascondono lacune dell'intervento eteronomo e criticità sul piano della tutela di diritti fondamentali della persona del lavoratore, incluso il diritto a non essere discriminato nell'accesso e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro. La ricostruzione del quadro volge a spiegare le distanze del modello italiano dalle indicazioni europee e dalle politiche da questa promosse in attuazione del paradigma del gender mainstreaming.

DIFERENCIAS DE GÉNERO, PRINCIPIO DE NO DISCRIMINACIÓN Y SISTEMA DE PREVENCIÓN DE RIESGOS LABORALES: LAS DISTANCIAS DE ITALIA DESDE EL MODELO EUROPEO

ANNA ROTA
2019

Abstract

L'articolo esamina il tema del genere nel campo della prevenzione dei rischi professionali. Dopo aver riassunto il difficile cammino delle politiche di genere a livello comunitario e nella maggior parte degli Stati europei, l'A. offre una analisi del contesto normativo italiano e dei relativi problemi che affliggono i luoghi di lavoro allo scopo di rappresentare la significativa metamorfosi subita da tale ordinamento in poco più di un secolo. Alla luce delle recenti inchieste nazionali, che confermano il preoccupante aumento della segregazione orizzontale e verticale della manodopera femminile e la maggiore esposizione di questa categoria di lavoratori ai rischi psicosociali ed alle malattie croniche, si analizzano le ultime revisioni del dato positivo promosse nell'ottica della semplificazione degli adempimenti degli oneri formali. Dietro tali obiettivi si nascondono lacune dell'intervento eteronomo e criticità sul piano della tutela di diritti fondamentali della persona del lavoratore, incluso il diritto a non essere discriminato nell'accesso e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro. La ricostruzione del quadro volge a spiegare le distanze del modello italiano dalle indicazioni europee e dalle politiche da questa promosse in attuazione del paradigma del gender mainstreaming.
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