Nella precedente programmazione per l’utilizzo dei fondi strutturali europei (2017-2013) alcune Regioni italiane hanno optato per la costituzione di Poli di innovazione regionale. Con questa scelta le Amministrazioni regionali intendevano rafforzare la governance del sistema dell’innovazione che, in varie parti d’Italia, si era rivelato confuso e dispersivo (Ferrara e Mavilia, 2012) e riprodurre quell’ “atmosfera” che caratterizza le aree più competitive del mondo mediante un ispessimento della rete di relazioni e la circolazione di conoscenza tra i vari nodi locali, imprese centri di ricerca e università innanzitutto. Analizzando le delibere delle Regioni Italiane ed intervistando i diretti interessati sono stati censiti 58 Poli di innovazione; l’attività effettivamente svolta nei cinque anni trascorsi suggerisce una revisione degli indicatori di risultato individuati ex ante poiché i Poli non si sono sviluppati come organizzazioni strutturate come previsto ma sono stati soprattutto dei coordinatori delle attività realizzate da altri. Per contro i Poli di innovazione si sono rivelati dei facilitatori locali nell’individuazione delle traiettorie tecnologiche e dei rappresentanti nei confronti delle istituzioni, hanno coinvolto un numero molto elevato di imprese (oltre 7.000) ed hanno promosso numerosi progetti di ricerca anche a livello sovra regionale.
Cappiello, G. (2016). I Poli di innovazione italiani: analisi esplorativa.
I Poli di innovazione italiani: analisi esplorativa
CAPPIELLO, GIUSEPPE
2016
Abstract
Nella precedente programmazione per l’utilizzo dei fondi strutturali europei (2017-2013) alcune Regioni italiane hanno optato per la costituzione di Poli di innovazione regionale. Con questa scelta le Amministrazioni regionali intendevano rafforzare la governance del sistema dell’innovazione che, in varie parti d’Italia, si era rivelato confuso e dispersivo (Ferrara e Mavilia, 2012) e riprodurre quell’ “atmosfera” che caratterizza le aree più competitive del mondo mediante un ispessimento della rete di relazioni e la circolazione di conoscenza tra i vari nodi locali, imprese centri di ricerca e università innanzitutto. Analizzando le delibere delle Regioni Italiane ed intervistando i diretti interessati sono stati censiti 58 Poli di innovazione; l’attività effettivamente svolta nei cinque anni trascorsi suggerisce una revisione degli indicatori di risultato individuati ex ante poiché i Poli non si sono sviluppati come organizzazioni strutturate come previsto ma sono stati soprattutto dei coordinatori delle attività realizzate da altri. Per contro i Poli di innovazione si sono rivelati dei facilitatori locali nell’individuazione delle traiettorie tecnologiche e dei rappresentanti nei confronti delle istituzioni, hanno coinvolto un numero molto elevato di imprese (oltre 7.000) ed hanno promosso numerosi progetti di ricerca anche a livello sovra regionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.