Marie Taglioni, diva del balletto della prima metà dell’Ottocento, artista capace di inventare il nuovo in danza e di affermarlo in una acclamata carriera internazionale, si produce in Italia soltanto per una manciata di anni, tra il 1841 e il 1846, andando a toccare Milano, Vicenza, Padova, Bologna, Trieste, Venezia e Roma. Un’eco del suo passaggio ci arriva, oggi, anche grazie alle impronte sulla carta da lei lasciate nei numerosi articoli apparsi sulla stampa periodica per commentare i balletti di cui è protagonista, nei libretti editi in occasione delle rappresentazioni e nei componimenti encomiastici ideati in suo onore dagli ammiratori che solitamente accolgono la ballerina di origini italiane - ma fiorita all'estero - con entusiasmo festoso: tutti scritti che aprono spiragli compositi e portatori di senso dai quali costruire una visione per intravvedere l’artista, la ballerina, la donna. Come afferma Ezio Raimondi, «nel testo si incarna una creatura» e il testo è «epifania dell'altro, una traccia fragile e finita dell'essere umano»: proprio nel testo, quindi, possiamo tentare di trovare le tracce dei passi danzanti di Marie Taglioni e di altre danzatrici del tempo.
Elena Cervellati (2018). Impronte sulla carta. Epifanie e scartafacci per dire Marie Taglioni (Bologna, 1842). DANZA E RICERCA, 10, 37-54 [10.6092/issn.2036-1599/8851].
Impronte sulla carta. Epifanie e scartafacci per dire Marie Taglioni (Bologna, 1842)
Elena Cervellati
2018
Abstract
Marie Taglioni, diva del balletto della prima metà dell’Ottocento, artista capace di inventare il nuovo in danza e di affermarlo in una acclamata carriera internazionale, si produce in Italia soltanto per una manciata di anni, tra il 1841 e il 1846, andando a toccare Milano, Vicenza, Padova, Bologna, Trieste, Venezia e Roma. Un’eco del suo passaggio ci arriva, oggi, anche grazie alle impronte sulla carta da lei lasciate nei numerosi articoli apparsi sulla stampa periodica per commentare i balletti di cui è protagonista, nei libretti editi in occasione delle rappresentazioni e nei componimenti encomiastici ideati in suo onore dagli ammiratori che solitamente accolgono la ballerina di origini italiane - ma fiorita all'estero - con entusiasmo festoso: tutti scritti che aprono spiragli compositi e portatori di senso dai quali costruire una visione per intravvedere l’artista, la ballerina, la donna. Come afferma Ezio Raimondi, «nel testo si incarna una creatura» e il testo è «epifania dell'altro, una traccia fragile e finita dell'essere umano»: proprio nel testo, quindi, possiamo tentare di trovare le tracce dei passi danzanti di Marie Taglioni e di altre danzatrici del tempo.File | Dimensione | Formato | |
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