La compostezza e il controllo che connotano le tecniche corporee impiegate per pensare e costruire i balletti proposti nei grandi teatri europei nell'Ottocento si fondono, in una unione solo in apparenza insolita, con il desiderio di svestire il corpo in scena, per offrire allo spettatore una nudità che, se all'epoca è per lo più soltanto suggerita, non per questo è poco evidente. Nutrito dalla “cultura del corpo” di matrice tedesca che all’inizio del Novecento pervade la danza e la società, sperimentato da azioni politicamente contestatarie negli anni Sessanta, comunque presenza carsica e multiforme nella varietà di esperienze coreiche lungo tutto il secolo, a partire dagli anni Novanta il corpo nudo dilaga nella danza contemporanea, in particolare quella europea. La scelta di abbandonare il costume di scena fatta oggi da tanti coreografi trova motivazioni variegate - da un'esigenza radicale di sincerità a una dichiarata volontà di provocazione, dalla simbolica esposizione di forme al chiaro proclama politico, dall'indagine nella profondità della materia-corpo alla esposizione di un corpo-oggetto banalizzato – e nella danza trova un ampio e adeguato laboratorio sperimentale. I paesaggi corporei delineati dalla nudità coreica, connotati culturalmente, geograficamente e temporalmente, offrono un esempio visibile dei possibili mutamenti incarnati dal corpo danzante posto sulla scena in tutta la sua semplicità, o in tutta la sua ricchezza.

L'ultimo velo. Nudi e nudità in danza, tra l'Ottocento e oggi

Elena Cervellati
2018

Abstract

La compostezza e il controllo che connotano le tecniche corporee impiegate per pensare e costruire i balletti proposti nei grandi teatri europei nell'Ottocento si fondono, in una unione solo in apparenza insolita, con il desiderio di svestire il corpo in scena, per offrire allo spettatore una nudità che, se all'epoca è per lo più soltanto suggerita, non per questo è poco evidente. Nutrito dalla “cultura del corpo” di matrice tedesca che all’inizio del Novecento pervade la danza e la società, sperimentato da azioni politicamente contestatarie negli anni Sessanta, comunque presenza carsica e multiforme nella varietà di esperienze coreiche lungo tutto il secolo, a partire dagli anni Novanta il corpo nudo dilaga nella danza contemporanea, in particolare quella europea. La scelta di abbandonare il costume di scena fatta oggi da tanti coreografi trova motivazioni variegate - da un'esigenza radicale di sincerità a una dichiarata volontà di provocazione, dalla simbolica esposizione di forme al chiaro proclama politico, dall'indagine nella profondità della materia-corpo alla esposizione di un corpo-oggetto banalizzato – e nella danza trova un ampio e adeguato laboratorio sperimentale. I paesaggi corporei delineati dalla nudità coreica, connotati culturalmente, geograficamente e temporalmente, offrono un esempio visibile dei possibili mutamenti incarnati dal corpo danzante posto sulla scena in tutta la sua semplicità, o in tutta la sua ricchezza.
2018
Elena Cervellati
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