The Retable of Saint Bernardino, painted around 1455 for a Franciscan church in Cagliari, cannot be understood solely as a Gothic-Catalan altarpiece. It deserves attention for two attributes: first, its authors – Joan Figuera and Rafael Tomàs – were not local but came from abroad; second, it uses a composite visual language. The painters, though both were Catalans, applied ideas and modes of northern European origin, which were known to them through works such as the paintings of Lluís Dalmau, the Master of the Prado Redemption, and the Master of Collins Hours. The retable thus provides important evidence of the spread and penetration of Flemish-Iberian painting resulting from Sardinia’s geographic situation along the North/South axis, between Flemish inventions and Mediterranean modes. In the southern territories held by the Crown of Aragon (and of Italy), this confluence of styles and iconographic subjects proved valuable to both the monastic orders and the court. The Figuera-Tomàs retable, furthermore, is important also for its connections with manuscript illumination, and, in Aragonese Naples, with Niccolò Colantonio's Retable of St Vincent Ferrer.

Il Polittico di San Bernardino, dipinto intorno al 1455, per la chiesa francescana di Stampace a Cagliari, non può essere inteso unicamente come una pala d'altare gotico-catalana. Merita attenzione almeno per due importanti aspetti, densi di implicazioni: in primo luogo, i suoi autori - Joan Figuera e Rafael Tomàs - erano forestieri, costretti per contratto a risiedere nell'isola durante la lavorazione, siamo perciò di fronte non tanto ad un caso di importazione "passiva" di stilemi, quanto all'interazione con i dettami di una committenza religiosa, particolarmente in sintonia e vicina al gusto della casa regnante aragonese; in secondo luogo, l'opera esibisce un linguaggio composito, non facilmente spiegabile, utilizzando solamente come cartina tornasole quanto dipinto nei contesti artistici di partenza. I pittori, sebbene entrambi catalani e sulla carta attardati, applicavano idee mediate e modi di origine nord-europea, a loro noti attraverso opere di Lluís Dalmau, del Maestro della Redenzione del Prado e del Maestro delle Ore Collins. Il polittico fornisce così un'importante testimonianza della diffusione e della fortuna dell’arte flandro-iberica, incentivata dal posizionamento dell'isola lungo la rotta nord/sud dei traffici marittimi tra Napoli, le Baleari, la costa iberica e le Fiandre, tra invenzioni fiamminghe e risposte mediterranee. Nei territori meridionali della Corona d'Aragona (e d'Italia), tale confluenza di stili, soggetti iconografici e modi compositivi si è rivelata preziosa e cara sia agli ordini mendicanti sia alla corte. Il polittico di Figuera-Tomàs, inoltre, risulta significativo per le sue connessioni con alcuni manoscritti miniati fiamminghi e aragonesi (anelli mancanti in ogni ricognizione finora proposta) e per la non casuale sintonia con il Polittico di San Vincenzo Ferrer, dipinto da Colantonio. Il saggio infine si interroga sulle visioni metodologiche finora applicate allo studio di tali contesti “periferici” (modello dialettico-dicotomico: Castelnuovo/Ginzburg; basato su irradiamento e mobilità: Bologna/Natale/Borchert/Martens; modello policentrico e “frontiera mobile”: Castelnuovo e in parte Previtali; ambizioni feudali, autopromozione sociale e gusto della committenza: S. Romano/Michalsky/Bock; migrazione e trasferimento culturale Espagne/Gruzinski; geografia culturale e magneti: DaCosta Kaufmann).

Permeabilità e specificità, appropriazioni e identità (1455-1515 ca.). L'affermazione del linguaggio flandro-mediterraneo nel regno catalano-aragonese di Sardegna / Maria Vittoria Spissu. - In: CONVIVIUM. - ISSN 2336-3452. - STAMPA. - V:1(2018), pp. 184-201. [10.1484/J.CONVI.4.2018033]

Permeabilità e specificità, appropriazioni e identità (1455-1515 ca.). L'affermazione del linguaggio flandro-mediterraneo nel regno catalano-aragonese di Sardegna

Maria Vittoria Spissu
2018

Abstract

The Retable of Saint Bernardino, painted around 1455 for a Franciscan church in Cagliari, cannot be understood solely as a Gothic-Catalan altarpiece. It deserves attention for two attributes: first, its authors – Joan Figuera and Rafael Tomàs – were not local but came from abroad; second, it uses a composite visual language. The painters, though both were Catalans, applied ideas and modes of northern European origin, which were known to them through works such as the paintings of Lluís Dalmau, the Master of the Prado Redemption, and the Master of Collins Hours. The retable thus provides important evidence of the spread and penetration of Flemish-Iberian painting resulting from Sardinia’s geographic situation along the North/South axis, between Flemish inventions and Mediterranean modes. In the southern territories held by the Crown of Aragon (and of Italy), this confluence of styles and iconographic subjects proved valuable to both the monastic orders and the court. The Figuera-Tomàs retable, furthermore, is important also for its connections with manuscript illumination, and, in Aragonese Naples, with Niccolò Colantonio's Retable of St Vincent Ferrer.
2018
Permeabilità e specificità, appropriazioni e identità (1455-1515 ca.). L'affermazione del linguaggio flandro-mediterraneo nel regno catalano-aragonese di Sardegna / Maria Vittoria Spissu. - In: CONVIVIUM. - ISSN 2336-3452. - STAMPA. - V:1(2018), pp. 184-201. [10.1484/J.CONVI.4.2018033]
Maria Vittoria Spissu
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/678802
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