La capacità dei molluschi bivalvi di filtrare elevati volumi di acqua li rende in grado di accumulare microrganismi potenzialmente patogeni per l’uomo. Tra questi Giardia spp. e Cryptosporidium spp. assumono oggi notevole interesse in relazione al possibile ruolo zoonosico. I protozoi flagellati appartenenti al genere Giardia (Metamonadida, famiglia Hexamitidae), sono parassiti che possono vivere nell’acqua e possono causare problemi di salute sia nell’ospite uomo che in diverse specie animali. Causa una zoonosi che si trasmette per via oro-fecale, causando nell’organismo ospite diarrea e disidratazione (4). Le spore dei parassiti appartenenti al genere Cryptosporidium (Apicomplexa, Coccidia) causano un’infezione parassitaria sia di importanza medica, sia veterinaria, che colpisce le cellule epiteliali del tratto gastro-intestinale, l’epitelio dei dotti biliari e del tratto respiratorio sia dell’uomo che di altri vertebrati. Anche in questo caso si tratta di una zoonosi trasmissibile per via oro-fecale, causando diarrea profusa (3, 4). A tal proposito 2340 molluschi bivalvi allevati e/o pescati in Emilia-Romagna (comprensorio Alto Adriatico), sono stati sottoposti ad indagini parassitologiche al fine di stabilirne il possibile ruolo nella trasmissione all’uomo di questi parassiti. Di questi soggetti, 780 sono stati inoltre sottoposti alla ricerca di metalli pesanti, quali cadmio, piombo e mercurio per i quali esiste un limite massimo indicato dal Regolamento CE 1881/2006 (7). È stata inoltre valutata anche la presenza del cromo, in quanto molto diffuso nell’ambiente e per il quale non esiste ad oggi una normativa specifica che ne sancisca i limiti.
Abete M.C., Prearo M., Caffara M., Tarasco R., Gavinelli S., Florio D., et al. (2008). Contaminanti inorganici e protozoi zoonosici in vongole (Chamelea gallina) e vongola filippina (Tapes philippinarum) in un comprensorio dell'alto Adriatico. s.l : s.n.
Contaminanti inorganici e protozoi zoonosici in vongole (Chamelea gallina) e vongola filippina (Tapes philippinarum) in un comprensorio dell'alto Adriatico
CAFFARA, MONICA;FLORIO, DANIELA;GUSTINELLI, ANDREA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA
2008
Abstract
La capacità dei molluschi bivalvi di filtrare elevati volumi di acqua li rende in grado di accumulare microrganismi potenzialmente patogeni per l’uomo. Tra questi Giardia spp. e Cryptosporidium spp. assumono oggi notevole interesse in relazione al possibile ruolo zoonosico. I protozoi flagellati appartenenti al genere Giardia (Metamonadida, famiglia Hexamitidae), sono parassiti che possono vivere nell’acqua e possono causare problemi di salute sia nell’ospite uomo che in diverse specie animali. Causa una zoonosi che si trasmette per via oro-fecale, causando nell’organismo ospite diarrea e disidratazione (4). Le spore dei parassiti appartenenti al genere Cryptosporidium (Apicomplexa, Coccidia) causano un’infezione parassitaria sia di importanza medica, sia veterinaria, che colpisce le cellule epiteliali del tratto gastro-intestinale, l’epitelio dei dotti biliari e del tratto respiratorio sia dell’uomo che di altri vertebrati. Anche in questo caso si tratta di una zoonosi trasmissibile per via oro-fecale, causando diarrea profusa (3, 4). A tal proposito 2340 molluschi bivalvi allevati e/o pescati in Emilia-Romagna (comprensorio Alto Adriatico), sono stati sottoposti ad indagini parassitologiche al fine di stabilirne il possibile ruolo nella trasmissione all’uomo di questi parassiti. Di questi soggetti, 780 sono stati inoltre sottoposti alla ricerca di metalli pesanti, quali cadmio, piombo e mercurio per i quali esiste un limite massimo indicato dal Regolamento CE 1881/2006 (7). È stata inoltre valutata anche la presenza del cromo, in quanto molto diffuso nell’ambiente e per il quale non esiste ad oggi una normativa specifica che ne sancisca i limiti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.