Il contributo porta l’attenzione sull’esperienza di bambini e bambine di origine straniera che con l’adozione internazionale divengono figlie/e, sorelle/fratelli entro famiglie italiane; alunni nelle scuole; cittadini. Mi riferirò all’esperienza di soggetti in evoluzione, nati nei più disparati (e disagiati) punti del pianeta, ove sono vissuti più o meno a lungo (talvolta anche oltre i 10 anni), che hanno bisogno di essere accompagnati nella crescita e che percorrono cammini di portata internazionale e intercontinentale, condotti da mani ancora in parte estranee, benché amorevoli – quelle dei genitori adottivi – in un altro paese, in un altro contesto, differente per spazi geografici, climatici, linguistici, socioculturali, affettivi, relazionali. Con le loro origini e itinerari di vita eterogenei questi bambini portano con sè esperienze spesso profondamente differenti rispetto a ciò che sperimentano nel contesto adottivo (Lorenzini, 2012). L’adozione, realizzata per garantire il benessere e il superiore interesse dei minori, corrisponde anche a “lasciare e cambiare tutto”. Cambiare verso la nascita di nuovi affetti e opportunità, allontanandosi da carenze e disagi, dall’assenza di figure adulte che possano amare e aiutare a crescere, o dalla presenza di adulti inadeguati o persino pericolosi; ma anche separarsi da relazioni importanti, abitudini, linguaggi e competenze acquisite che, in quanto note e familiari, hanno una valenza rassicurante, fondano sentimenti di appartenenza, sostanziano l’identità personale.
Stefania Lorenzini (2018). Differenze esperienziali nell’adozione internazionale. L’approccio interculturale dal riconoscimento alla valorizzazione. Lecce-Brescia : Pensa Multimedia.
Differenze esperienziali nell’adozione internazionale. L’approccio interculturale dal riconoscimento alla valorizzazione
Stefania Lorenzini
2018
Abstract
Il contributo porta l’attenzione sull’esperienza di bambini e bambine di origine straniera che con l’adozione internazionale divengono figlie/e, sorelle/fratelli entro famiglie italiane; alunni nelle scuole; cittadini. Mi riferirò all’esperienza di soggetti in evoluzione, nati nei più disparati (e disagiati) punti del pianeta, ove sono vissuti più o meno a lungo (talvolta anche oltre i 10 anni), che hanno bisogno di essere accompagnati nella crescita e che percorrono cammini di portata internazionale e intercontinentale, condotti da mani ancora in parte estranee, benché amorevoli – quelle dei genitori adottivi – in un altro paese, in un altro contesto, differente per spazi geografici, climatici, linguistici, socioculturali, affettivi, relazionali. Con le loro origini e itinerari di vita eterogenei questi bambini portano con sè esperienze spesso profondamente differenti rispetto a ciò che sperimentano nel contesto adottivo (Lorenzini, 2012). L’adozione, realizzata per garantire il benessere e il superiore interesse dei minori, corrisponde anche a “lasciare e cambiare tutto”. Cambiare verso la nascita di nuovi affetti e opportunità, allontanandosi da carenze e disagi, dall’assenza di figure adulte che possano amare e aiutare a crescere, o dalla presenza di adulti inadeguati o persino pericolosi; ma anche separarsi da relazioni importanti, abitudini, linguaggi e competenze acquisite che, in quanto note e familiari, hanno una valenza rassicurante, fondano sentimenti di appartenenza, sostanziano l’identità personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.