I cambiamenti che il mondo agricolo italiano ha conosciuto nel periodo in cui a Roma sono stati firmati i trattati che hanno dato vita alle Comunità sono stati di entità straordinaria, ma è assai complesso stabilire se e quanto essi siano dovuti alle politiche comunitarie o, piuttosto, alle trasformazioni profonde che l’Italia ha conosciuto nei venti anni successivi alla seconda guerra mondiale. Un mutamento profondo del settore agricolo, sociale ancor prima che economico, era inevitabile; l’Italia si trovava ad operare una necessaria e rapidissima modernizzazione delle sue campagne, dopo l’autarchia economica e la politica ruralista del regime fascista. Al momento dell’entrata nella Cee l’Italia agricola si presentava in piena fase iniziale di modernizzazione, nella quale permanevano importanti fattori di squilibrio, con un accentuato dualismo tra zone limitate di sviluppo capitalistico e larghe zone, la maggioranza del territorio, di agricoltura povera e con scarse possibilità di immediato sviluppo. Benché l’aspetto sociale sia il meno approfondito della storia politica della Pac, è comunque evidente la rilevanza dei fattori sociali nella determinazione delle politiche agricole, in primo luogo, dei vari paesi europei e, quindi, a livello comunitario. Rilevanza presente soprattutto nel periodo della ricostruzione del secondo dopoguerra e della accelerata modernizzazione delle campagne e del settore agricolo di tutti gli anni Cinquanta e Sessanta. In tutto questo periodo, uno degli attori sociali più rilevanti in Europa appare la famiglia agricola, che riesce a raccogliere intorno a sé un unanime riconoscimento.
G. Laschi (2008). I riflessi della Pac nella realtà sociale delle campagne italiane. PADOVA : CEDAM.
I riflessi della Pac nella realtà sociale delle campagne italiane
LASCHI, GIULIANA
2008
Abstract
I cambiamenti che il mondo agricolo italiano ha conosciuto nel periodo in cui a Roma sono stati firmati i trattati che hanno dato vita alle Comunità sono stati di entità straordinaria, ma è assai complesso stabilire se e quanto essi siano dovuti alle politiche comunitarie o, piuttosto, alle trasformazioni profonde che l’Italia ha conosciuto nei venti anni successivi alla seconda guerra mondiale. Un mutamento profondo del settore agricolo, sociale ancor prima che economico, era inevitabile; l’Italia si trovava ad operare una necessaria e rapidissima modernizzazione delle sue campagne, dopo l’autarchia economica e la politica ruralista del regime fascista. Al momento dell’entrata nella Cee l’Italia agricola si presentava in piena fase iniziale di modernizzazione, nella quale permanevano importanti fattori di squilibrio, con un accentuato dualismo tra zone limitate di sviluppo capitalistico e larghe zone, la maggioranza del territorio, di agricoltura povera e con scarse possibilità di immediato sviluppo. Benché l’aspetto sociale sia il meno approfondito della storia politica della Pac, è comunque evidente la rilevanza dei fattori sociali nella determinazione delle politiche agricole, in primo luogo, dei vari paesi europei e, quindi, a livello comunitario. Rilevanza presente soprattutto nel periodo della ricostruzione del secondo dopoguerra e della accelerata modernizzazione delle campagne e del settore agricolo di tutti gli anni Cinquanta e Sessanta. In tutto questo periodo, uno degli attori sociali più rilevanti in Europa appare la famiglia agricola, che riesce a raccogliere intorno a sé un unanime riconoscimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.