La Grotta delle Spade è stata scoperta all’interno della Miniera di Naica nel 1910 ed è diventata immediatamente una delle più famose grotte di miniera del mondo per i gradi cristalli di gesso di origine idrotermale (fino ad oltre 2 m di lunghezza), che la rivestivano completamente. Nonostante la sua fama, comunque, nessuno studio specifico era stato effettuato sino ad oggi al suo interno. Lo studio ha permesso di evidenziare la presenza di associazioni di ossidi-idrossidi idrati di ferro, manganese, piombo e zinco, spesso in forma amorfa o criptocristallina, e, a volte, chiaramente depositatisi su biomasse. La loro presenza è da correlare all’ossidazione della parte più superficiale dei giacimenti minerari che è stata particolarmente intensa durante uno degli stadi evolutivi della grotta. Con minore frequenza sono stati osservati anche altri minerali, quali celestina, dolomite ed hectorite, la presenza dei quali permette di meglio definire la storia evolutiva di questa cavità, che è risultata essere molto più complessa rispetto a quella delle analoghe grotte scoperte solo recentemente al livello -290 m della stessa miniera
Panieri G., Forti P., Gasparotto G., Soliani L. (2008). Studio delle inclusioni solide presenti nei cristalli di gesso della Grotta delle Spade (Naica Messico). BOLOGNA : Istituto Italiano di speleologia.
Studio delle inclusioni solide presenti nei cristalli di gesso della Grotta delle Spade (Naica Messico)
PANIERI, GIULIANA;FORTI, PAOLO;GASPAROTTO, GIORGIO;
2008
Abstract
La Grotta delle Spade è stata scoperta all’interno della Miniera di Naica nel 1910 ed è diventata immediatamente una delle più famose grotte di miniera del mondo per i gradi cristalli di gesso di origine idrotermale (fino ad oltre 2 m di lunghezza), che la rivestivano completamente. Nonostante la sua fama, comunque, nessuno studio specifico era stato effettuato sino ad oggi al suo interno. Lo studio ha permesso di evidenziare la presenza di associazioni di ossidi-idrossidi idrati di ferro, manganese, piombo e zinco, spesso in forma amorfa o criptocristallina, e, a volte, chiaramente depositatisi su biomasse. La loro presenza è da correlare all’ossidazione della parte più superficiale dei giacimenti minerari che è stata particolarmente intensa durante uno degli stadi evolutivi della grotta. Con minore frequenza sono stati osservati anche altri minerali, quali celestina, dolomite ed hectorite, la presenza dei quali permette di meglio definire la storia evolutiva di questa cavità, che è risultata essere molto più complessa rispetto a quella delle analoghe grotte scoperte solo recentemente al livello -290 m della stessa minieraI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.