Il contributo s'incentra, con una finalità di introduzione generale e di analisi, anche metodologica, sul tema dei meccanismi nazionali di finanziamento delle Confessioni religiose e dei regimi fiscali degli enti e delle attività confessionali. Entrambi costituiscono temi di ricerca che si arricchiscono di significato se avvicinati nella prospettiva del Diritto comparato e di quello comunitario. La comparazione invita ad isolare veri e propri modelli giuridici di finanziamento e di promozione fiscale delle Confessioni, individuati sia secondo criteri funzionali, sia tenendo conto dei principi generali a tutti gli ordinamenti tributari. Il carattere “ultranazionale” delle principali Confessioni religiose presenti in Europa si accompagna ad una forte connotazione nazionale delle strutture e degli strumenti giuridici adottati o riconosciuti per garantire loro adeguate risorse finanziarie. In uno scenario europeo integrato economicamente, e in via di integrazione sociale culturale giuridica, occorre riflettere sulla possibilità di individuare o di costruire modelli europei di relazioni finanziarie tra Stati e Confessioni religiose. Un approccio a queste tematiche di tipo specificamente finanziario e tributario può contribuire ad evidenziare come il sistema di relazioni economiche tra Stato e Confessioni non sia irrilevante rispetto a problematiche quali la trasparenza e la democraticità nell’utilizzo delle risorse finanziarie nazionali, la redistribuzione del reddito, il grado di efficienza e di efficacia delle decisioni di spesa e della gestione dei bilanci pubblici, la compatibilità con le regole giuridiche del mercato. Così l’appartenenza all’Unione europea, se da un lato postula il riconoscimento di valori e principi costituzionali comuni alle esperienze degli Stati membri (anche quelli relativi al finanziamento diretto o indiretto delle Confessioni), dall’altro impone la necessità di rispettare determinati vincoli di bilancio, di adottare determinati criteri di gestione delle finanze pubbliche, di raggiungere certi risultati in termini di contenimento del disavanzo e del debito pubblico. Il comune contesto europeo giustifica una riflessione circa la possibilità di elaborare modelli di gestione finanziaria che rispondano ai presupposti ed alle condizioni di appartenenza all’Unione. L’opportunità di valorizzare una prospettiva di analisi specificamente comunitaria si avverte poi soprattutto rispetto ai profili tributari. Le regole del mercato comune, basate sull’esercizio di libertà economiche fondamentali e sulla concorrenza paritaria tra soggetti economici, sono idonee ad incidere sulle forme di finanziamento indiretto delle Confessioni. Infatti nella misura in cui gli enti confessionali o religiosi operano nella realtà economica, producendo e scambiando beni e servizi o contribuendo essi stessi a creare forme rilevanti di mercato, le politiche e gli strumenti fiscali finalizzati a promuoverli e ad agevolarli attraverso la c.d. spesa fiscale, non possono esimersi dal rispettare le regole giuridiche del mercato comune. L’orizzonte europeo stringe ad un approccio comune, in cui anche le Confessioni, laddove la loro attività si iscriva nel settore delle attività del no profit e dell’impresa sociale, devono confrontarsi oggi con nozioni e categorie apparentemente estranei alla lunga esperienza delle attività caritative, quali la concorrenza leale, gli aiuti di Stato, il “libero” mercato. All’interno del terzo settore proprio nel quadro comunitario risulta inoltre sempre più accentuata la natura dell’esperienza confessionale come fenomeno giuridicamente complesso che deve essere valutato in maniera unitaria, ma con il pieno coinvolgimento di tutti i molteplici profili in cui si articola. Quello attinente al diritto tributario e al finanziamento pubblico delle Confessioni non è stato fino ad oggi trattato in modo sistematico dalla dottrina. Ciò giustifica ulteriormente l’interesse per la ricerca in questo settore.
A. Mondini (2008). La religione tra diritti, tributi e mercati: alla ricerca di un modello europeo per le relazioni finanziarie e fiscali tra gli Stati e le Confessioni religiose. BOLOGNA : Bononia University Press.
La religione tra diritti, tributi e mercati: alla ricerca di un modello europeo per le relazioni finanziarie e fiscali tra gli Stati e le Confessioni religiose
MONDINI, ANDREA
2008
Abstract
Il contributo s'incentra, con una finalità di introduzione generale e di analisi, anche metodologica, sul tema dei meccanismi nazionali di finanziamento delle Confessioni religiose e dei regimi fiscali degli enti e delle attività confessionali. Entrambi costituiscono temi di ricerca che si arricchiscono di significato se avvicinati nella prospettiva del Diritto comparato e di quello comunitario. La comparazione invita ad isolare veri e propri modelli giuridici di finanziamento e di promozione fiscale delle Confessioni, individuati sia secondo criteri funzionali, sia tenendo conto dei principi generali a tutti gli ordinamenti tributari. Il carattere “ultranazionale” delle principali Confessioni religiose presenti in Europa si accompagna ad una forte connotazione nazionale delle strutture e degli strumenti giuridici adottati o riconosciuti per garantire loro adeguate risorse finanziarie. In uno scenario europeo integrato economicamente, e in via di integrazione sociale culturale giuridica, occorre riflettere sulla possibilità di individuare o di costruire modelli europei di relazioni finanziarie tra Stati e Confessioni religiose. Un approccio a queste tematiche di tipo specificamente finanziario e tributario può contribuire ad evidenziare come il sistema di relazioni economiche tra Stato e Confessioni non sia irrilevante rispetto a problematiche quali la trasparenza e la democraticità nell’utilizzo delle risorse finanziarie nazionali, la redistribuzione del reddito, il grado di efficienza e di efficacia delle decisioni di spesa e della gestione dei bilanci pubblici, la compatibilità con le regole giuridiche del mercato. Così l’appartenenza all’Unione europea, se da un lato postula il riconoscimento di valori e principi costituzionali comuni alle esperienze degli Stati membri (anche quelli relativi al finanziamento diretto o indiretto delle Confessioni), dall’altro impone la necessità di rispettare determinati vincoli di bilancio, di adottare determinati criteri di gestione delle finanze pubbliche, di raggiungere certi risultati in termini di contenimento del disavanzo e del debito pubblico. Il comune contesto europeo giustifica una riflessione circa la possibilità di elaborare modelli di gestione finanziaria che rispondano ai presupposti ed alle condizioni di appartenenza all’Unione. L’opportunità di valorizzare una prospettiva di analisi specificamente comunitaria si avverte poi soprattutto rispetto ai profili tributari. Le regole del mercato comune, basate sull’esercizio di libertà economiche fondamentali e sulla concorrenza paritaria tra soggetti economici, sono idonee ad incidere sulle forme di finanziamento indiretto delle Confessioni. Infatti nella misura in cui gli enti confessionali o religiosi operano nella realtà economica, producendo e scambiando beni e servizi o contribuendo essi stessi a creare forme rilevanti di mercato, le politiche e gli strumenti fiscali finalizzati a promuoverli e ad agevolarli attraverso la c.d. spesa fiscale, non possono esimersi dal rispettare le regole giuridiche del mercato comune. L’orizzonte europeo stringe ad un approccio comune, in cui anche le Confessioni, laddove la loro attività si iscriva nel settore delle attività del no profit e dell’impresa sociale, devono confrontarsi oggi con nozioni e categorie apparentemente estranei alla lunga esperienza delle attività caritative, quali la concorrenza leale, gli aiuti di Stato, il “libero” mercato. All’interno del terzo settore proprio nel quadro comunitario risulta inoltre sempre più accentuata la natura dell’esperienza confessionale come fenomeno giuridicamente complesso che deve essere valutato in maniera unitaria, ma con il pieno coinvolgimento di tutti i molteplici profili in cui si articola. Quello attinente al diritto tributario e al finanziamento pubblico delle Confessioni non è stato fino ad oggi trattato in modo sistematico dalla dottrina. Ciò giustifica ulteriormente l’interesse per la ricerca in questo settore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.