Il saggio si propone di analizzare, attraverso un capillare spoglio testuale, il rilievo costituito dalla costellazione metaforica del gioco degli scacchi nell’opera di Nabokov, che trova un significativo riscontro nella sua biografia come denotano varie dichiarazioni, di particolare vigore, espresse dallo stesso Nabokov. Utilizzando come chiave ermeneutica privilegiata il concetto di «gioco» su cui continuamente si sofferma Wittgenstein nel corso della sua riflessione sulla natura e sulle funzioni del linguaggio, viene sottolineato l’irriducibile conflitto che, nell’opera di Nabokov, si stabilisce tra la forma e la vita. L’inesauribile ventaglio di combinazioni offerte dal linguaggio letterario – sperimentate con indiscussa maestria dalla scrittura di Nabokov – mentre produce, infatti, un prezioso accrescimento inventivo (al pari delle innumerevoli combinazioni offerte dalle mosse sulla scacchiera), non può fare a meno di manifestare, nello stesso tempo, un nefasto potere annichilente nei confronti del flusso vitale: ridotto a un sistema di segni puramente autoreferenziali. È proprio ciò di cui è costretto a prendere coscienza il protagonista di uno dei primi romanzi di Nabokov, La difesa di Lužin: scelto come epicentro tematico del presente saggio proprio per l’irresistibile attrazione esercitata su di lui dagli scacchi.

L’interminabile partita a scacchi di Nabokov. Tra incantevoli possibilità e orrore.

Vanessa Pietrantonio
2018

Abstract

Il saggio si propone di analizzare, attraverso un capillare spoglio testuale, il rilievo costituito dalla costellazione metaforica del gioco degli scacchi nell’opera di Nabokov, che trova un significativo riscontro nella sua biografia come denotano varie dichiarazioni, di particolare vigore, espresse dallo stesso Nabokov. Utilizzando come chiave ermeneutica privilegiata il concetto di «gioco» su cui continuamente si sofferma Wittgenstein nel corso della sua riflessione sulla natura e sulle funzioni del linguaggio, viene sottolineato l’irriducibile conflitto che, nell’opera di Nabokov, si stabilisce tra la forma e la vita. L’inesauribile ventaglio di combinazioni offerte dal linguaggio letterario – sperimentate con indiscussa maestria dalla scrittura di Nabokov – mentre produce, infatti, un prezioso accrescimento inventivo (al pari delle innumerevoli combinazioni offerte dalle mosse sulla scacchiera), non può fare a meno di manifestare, nello stesso tempo, un nefasto potere annichilente nei confronti del flusso vitale: ridotto a un sistema di segni puramente autoreferenziali. È proprio ciò di cui è costretto a prendere coscienza il protagonista di uno dei primi romanzi di Nabokov, La difesa di Lužin: scelto come epicentro tematico del presente saggio proprio per l’irresistibile attrazione esercitata su di lui dagli scacchi.
2018
Vanessa Pietrantonio
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