Il contributo intende delineare i confini della controversa nozione di consumatore, verificando se gli orientamenti della giurisprudenza, in particolare della Corte di Giustizia, si collochino in qualche modo in una prospettiva di ampliamento della stessa. volta a tutelare il contraente debole in generale, estendendo così anche ai professionisti deboli la disciplina vincolistica. Sul punto, il dialogo tra le Corti è costante, acceso da un dibattito mai sopito in dottrina. La Corte di Giustizia appare in generale riluttante ad ampliare il concetto di consumatore, ritenendo che una nozione allargata sia frutto di un'operazione ermeneutica arbitraria, che finirebbe per snaturare il sistema di protezione del consumatore. Sul piano nazionale, la giurisprudenza di legittimità e costituzionale italiana non si discostano dall'orientamento della giurisprudenza europea; diversamente, la giurisprudenza di merito interna tende ad ampliare il concetto di consumatore, attingendo alla distinzione, di matrice francese, tra atti della professione e atti relativi alla professione. Attraverso l'analisi di dottrina e giurisprudenza, si giunge alla conclusione che la situazione di debolezza non può costituire di per sé un elemento tale da far ritenere l'applicazione automatica della normativa di favore, ma occorre una valutazione caso per caso, dal momento che un'eccessiva dilatazione della nozione di consumatore è suscettibile di creare effetti distorsivi sul mercato, vanificando la tutela stessa.
Francesca Mollo (2018). Consumatore, professionista e mercato. GIUSTIZIA CIVILE.COM, approfondimento del 12 aprile 2018, 1-36.
Consumatore, professionista e mercato
Francesca Mollo
2018
Abstract
Il contributo intende delineare i confini della controversa nozione di consumatore, verificando se gli orientamenti della giurisprudenza, in particolare della Corte di Giustizia, si collochino in qualche modo in una prospettiva di ampliamento della stessa. volta a tutelare il contraente debole in generale, estendendo così anche ai professionisti deboli la disciplina vincolistica. Sul punto, il dialogo tra le Corti è costante, acceso da un dibattito mai sopito in dottrina. La Corte di Giustizia appare in generale riluttante ad ampliare il concetto di consumatore, ritenendo che una nozione allargata sia frutto di un'operazione ermeneutica arbitraria, che finirebbe per snaturare il sistema di protezione del consumatore. Sul piano nazionale, la giurisprudenza di legittimità e costituzionale italiana non si discostano dall'orientamento della giurisprudenza europea; diversamente, la giurisprudenza di merito interna tende ad ampliare il concetto di consumatore, attingendo alla distinzione, di matrice francese, tra atti della professione e atti relativi alla professione. Attraverso l'analisi di dottrina e giurisprudenza, si giunge alla conclusione che la situazione di debolezza non può costituire di per sé un elemento tale da far ritenere l'applicazione automatica della normativa di favore, ma occorre una valutazione caso per caso, dal momento che un'eccessiva dilatazione della nozione di consumatore è suscettibile di creare effetti distorsivi sul mercato, vanificando la tutela stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.