Nella ricerca-definizione di uno spazio urbano misurato, non completamente depauperato dai fenomeni di frammentazione, sradicamento e dispersione del moderno, si è avventurato il comporre spazi e architetture di Gianugo Polesello. Il senso del suo lavoro, in accordo con le raccomandazioni del Protagora, sembra scaturire proprio dalla necessità di configurare lo spazio urbano al fine di favorire il raccogliersi della comunità in accordo col senso del fondare originario. Non c’è dunque da meravigliarsi se i suoi progetti manifestino l’idea originaria di ktístis nella messa in opera delle relazioni urbane. Relazioni che, giocoforza, attingono al regno della geometria intesa come strumento di misura e definizione dello spazio urbano. La geometria, si legge nella Repubblica (527b) è – in accordo all’esigenza di proporzionare, raccogliere e non disperdere i differenti aspetti del reale – la «scienza di ciò che sempre è, e non di ciò che in un certo momento si genera e in un altro perisce ». / In the search for/definition of a measured urban space, not completely impoverished by the phenomena of fragmentation, an uprooting and dispersion of the modern has been ventured in Gianugo Polesello’s composition of spaces and architecture. The sense of his work, in line with the recommendations of Protagoras, seems to emerge precisely from the need to configure the urban space in a way which promotes the gathe ering of the community in accord with the sense of the original founding. Little wonder then that his projects manifest the original idea of ktístis in the implementation of urban relationships. Relationships which inevitably draw on the realm of geometry seen as a tool to measure and define urban space. Geometry, we read in Plato’s Republic (527b) is – according to the need to proportion, collect and not disperse the various aspects of the real – “...the knowledge of that which always is, and not of a something which at some time comes into being and passes away”.
Ildebrando Clemente (2018). Disperdere e radunare: la fondazione dello spazio urbano nei progetti di Gianugo Polesello. Dispersing and gathering: the foundation of urban space in the projects of Gianugo Polesello.. Padova : Il Poligrafo.
Disperdere e radunare: la fondazione dello spazio urbano nei progetti di Gianugo Polesello. Dispersing and gathering: the foundation of urban space in the projects of Gianugo Polesello.
Ildebrando Clemente
2018
Abstract
Nella ricerca-definizione di uno spazio urbano misurato, non completamente depauperato dai fenomeni di frammentazione, sradicamento e dispersione del moderno, si è avventurato il comporre spazi e architetture di Gianugo Polesello. Il senso del suo lavoro, in accordo con le raccomandazioni del Protagora, sembra scaturire proprio dalla necessità di configurare lo spazio urbano al fine di favorire il raccogliersi della comunità in accordo col senso del fondare originario. Non c’è dunque da meravigliarsi se i suoi progetti manifestino l’idea originaria di ktístis nella messa in opera delle relazioni urbane. Relazioni che, giocoforza, attingono al regno della geometria intesa come strumento di misura e definizione dello spazio urbano. La geometria, si legge nella Repubblica (527b) è – in accordo all’esigenza di proporzionare, raccogliere e non disperdere i differenti aspetti del reale – la «scienza di ciò che sempre è, e non di ciò che in un certo momento si genera e in un altro perisce ». / In the search for/definition of a measured urban space, not completely impoverished by the phenomena of fragmentation, an uprooting and dispersion of the modern has been ventured in Gianugo Polesello’s composition of spaces and architecture. The sense of his work, in line with the recommendations of Protagoras, seems to emerge precisely from the need to configure the urban space in a way which promotes the gathe ering of the community in accord with the sense of the original founding. Little wonder then that his projects manifest the original idea of ktístis in the implementation of urban relationships. Relationships which inevitably draw on the realm of geometry seen as a tool to measure and define urban space. Geometry, we read in Plato’s Republic (527b) is – according to the need to proportion, collect and not disperse the various aspects of the real – “...the knowledge of that which always is, and not of a something which at some time comes into being and passes away”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.