Negli ultimi 15 anni l'insegnamento universitario dell'epidemiologia ha contribuito allo sviluppo, anche nel settore veterinario, di questa disciplina, che si è progressivamente trasformata da materia di nicchia a parte integrante del curriculum del futuro medico veterinario. Se l'epidemiologia veterinaria è diventata uno strumento fondamentale nella sorveglianza dello stato sanitario delle popolazioni animali e dei prodotti di origine animale, una parte del merito è verosimilmente da attribuire anche alla didattica universitaria di questa disciplina, che ha contribuito a far apprezzare ai professionisti pubblici e privati l'utilità di disporre di conoscenze e capacità indispensabili per la valutazione dei fenomeni sanitari e per la pianificazione degli interventi. Non sempre è stato così: per anni l'epidemiologia è stata solo il corollario a corsi ritenuti a torto o a ragione più professionalizzanti Per lungo tempo i lavori scientifici con una forte connotazione epidemiologica, sono stati scarsamente valutati e apprezzati in ambito veterinario. La formazione universitaria in epidemiologia veterinaria ha inoltre scontato altri peccati originali: la disciplina ha risentito della compartimentazione in schemi accademici che poco o nulla hanno a che fare con il mondo reale. L'epidemiologia veterinaria universitaria è inserita all'interno del settore scientifico disciplinare delle malattie infettive e questo, di fatto, ha portato i docenti a trascurare una parte consistente dei potenziali ambiti applicativi di questa disciplina: sono ancora poco numerosi gli esempi di utilizzo di tecniche epidemiologiche descrittive o analitiche negli studi clinici e nello studio di patologie non trasmissibili. Ancora, la didattica dell'epidemiologia veterinaria in ambito universitario si è scontrata anche con altri aspetti tradizionalmente critici della professione medicoveterinaria quali la scarsa cultura della raccolta dei dati ai fini di generare informazioni, la difficoltà a caratterizzare i bisogni, a pianificare gli interventi veterinari, a valutarne l'efficacia e l'efficienza e la diffusa diffidenza nei confronti della statistica. Oggi l'epidemiologia veterinaria costituisce un modulo di insegnamento a sé stante, sempre collocato nel settore scientifico di Malattie Infettive, in tutti i Corsi di laurea in Medicina Veterinaria attivati in Italia. L'evoluzione e il miglioramento delle caratteristiche didattiche e dello spazio riservato a questa disciplina è stata la conseguenza di una maggiore attenzione al comportamento dei fenomeni sanitari a livello di popolazione che è progressivamente cresciuta in tutti gli ambiti professionali. A livello internazionale negli ultimi anni si è assistito ad una crescente applicazione alla epidemiologia veterinaria di metodi sempre più raffinati e complessi, che richiedono conoscenze multidisciplinari. Questi processi alimentano la necessità di formazione specifica pre- e post-laurea di alto livello. Qui dunque sta la sfida che oggi nell'Università l'insegnamento, la ricerca e la pratica nel campo dell'epidemiologia veterinaria si trovano a dover affrontare: saper rispondere al bisogno crescente di competenze epidemiologiche nel momento in cui la disciplina è diventata strumento essenziale nella definizione, attuazione e valutazione degli interventi veterinari e delle politiche di sanità animale e di sanità pubblica.
Martini M., Ostanello F. (2008). L'insegnamento dell'epidemiologia veterinaria nelle università italiane. ROMA : Istituto Superiore di Sanità.
L'insegnamento dell'epidemiologia veterinaria nelle università italiane
OSTANELLO, FABIO
2008
Abstract
Negli ultimi 15 anni l'insegnamento universitario dell'epidemiologia ha contribuito allo sviluppo, anche nel settore veterinario, di questa disciplina, che si è progressivamente trasformata da materia di nicchia a parte integrante del curriculum del futuro medico veterinario. Se l'epidemiologia veterinaria è diventata uno strumento fondamentale nella sorveglianza dello stato sanitario delle popolazioni animali e dei prodotti di origine animale, una parte del merito è verosimilmente da attribuire anche alla didattica universitaria di questa disciplina, che ha contribuito a far apprezzare ai professionisti pubblici e privati l'utilità di disporre di conoscenze e capacità indispensabili per la valutazione dei fenomeni sanitari e per la pianificazione degli interventi. Non sempre è stato così: per anni l'epidemiologia è stata solo il corollario a corsi ritenuti a torto o a ragione più professionalizzanti Per lungo tempo i lavori scientifici con una forte connotazione epidemiologica, sono stati scarsamente valutati e apprezzati in ambito veterinario. La formazione universitaria in epidemiologia veterinaria ha inoltre scontato altri peccati originali: la disciplina ha risentito della compartimentazione in schemi accademici che poco o nulla hanno a che fare con il mondo reale. L'epidemiologia veterinaria universitaria è inserita all'interno del settore scientifico disciplinare delle malattie infettive e questo, di fatto, ha portato i docenti a trascurare una parte consistente dei potenziali ambiti applicativi di questa disciplina: sono ancora poco numerosi gli esempi di utilizzo di tecniche epidemiologiche descrittive o analitiche negli studi clinici e nello studio di patologie non trasmissibili. Ancora, la didattica dell'epidemiologia veterinaria in ambito universitario si è scontrata anche con altri aspetti tradizionalmente critici della professione medicoveterinaria quali la scarsa cultura della raccolta dei dati ai fini di generare informazioni, la difficoltà a caratterizzare i bisogni, a pianificare gli interventi veterinari, a valutarne l'efficacia e l'efficienza e la diffusa diffidenza nei confronti della statistica. Oggi l'epidemiologia veterinaria costituisce un modulo di insegnamento a sé stante, sempre collocato nel settore scientifico di Malattie Infettive, in tutti i Corsi di laurea in Medicina Veterinaria attivati in Italia. L'evoluzione e il miglioramento delle caratteristiche didattiche e dello spazio riservato a questa disciplina è stata la conseguenza di una maggiore attenzione al comportamento dei fenomeni sanitari a livello di popolazione che è progressivamente cresciuta in tutti gli ambiti professionali. A livello internazionale negli ultimi anni si è assistito ad una crescente applicazione alla epidemiologia veterinaria di metodi sempre più raffinati e complessi, che richiedono conoscenze multidisciplinari. Questi processi alimentano la necessità di formazione specifica pre- e post-laurea di alto livello. Qui dunque sta la sfida che oggi nell'Università l'insegnamento, la ricerca e la pratica nel campo dell'epidemiologia veterinaria si trovano a dover affrontare: saper rispondere al bisogno crescente di competenze epidemiologiche nel momento in cui la disciplina è diventata strumento essenziale nella definizione, attuazione e valutazione degli interventi veterinari e delle politiche di sanità animale e di sanità pubblica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.