La displasia congenita dell’anca (DCA) è un difetto di sviluppo presente alla nascita a livello dell’articolazione coxo-femorale che di rado guarisce spontaneamente e che spesso evolve in quadri complessi di sublussazione o lussazione. La clinica varia a seconda del momento dell’osservazione e del grado di displasia; la tempestività della riduzione è fondamentale nel trattamento, che deve essere iniziato al momento della diagnosi. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico: il primo si basa sull’uso di ortesi, mentre il secondo comprende la riduzione a cielo chiuso, la riduzione a cielo aperto, le osteotomie di bacino e di femore, fino alla sostituzione protesica. La gestione del paziente giovane adulto affetto da DCA rappresenta una sfida nel cercare di preservare un corretto rapporto articolare. Grazie alle metodologie di screening la necessità di eseguire interventi tardivi è diminuita negli ultimi anni. Nei rari casi osservati nella nostra esperienza nei paesi in via di sviluppo la riduzione a cielo aperto di lussazioni irriducibili ha permesso di ottenere ottimi risultati clinici ad un follow-up medio di 4 anni. Le protesi di superficie, risparmiando tessuto osseo, rappresentano una valida alternativa alla protesi totale in pazienti giovani con artrosi dell’anca secondaria a displasia di basso grado.
Giannini S., Faldini C, Cadossi M., Pungetti C., Borghi R., Mazzotti A., et al. (2013). La displasia congenita dell’anca. GIORNALE ITALIANO DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA, 39, 2-7.
La displasia congenita dell’anca
Giannini S.;Faldini C;Cadossi M.;Pungetti C.;Borghi R.;Mazzotti A.;Sambri A
2013
Abstract
La displasia congenita dell’anca (DCA) è un difetto di sviluppo presente alla nascita a livello dell’articolazione coxo-femorale che di rado guarisce spontaneamente e che spesso evolve in quadri complessi di sublussazione o lussazione. La clinica varia a seconda del momento dell’osservazione e del grado di displasia; la tempestività della riduzione è fondamentale nel trattamento, che deve essere iniziato al momento della diagnosi. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico: il primo si basa sull’uso di ortesi, mentre il secondo comprende la riduzione a cielo chiuso, la riduzione a cielo aperto, le osteotomie di bacino e di femore, fino alla sostituzione protesica. La gestione del paziente giovane adulto affetto da DCA rappresenta una sfida nel cercare di preservare un corretto rapporto articolare. Grazie alle metodologie di screening la necessità di eseguire interventi tardivi è diminuita negli ultimi anni. Nei rari casi osservati nella nostra esperienza nei paesi in via di sviluppo la riduzione a cielo aperto di lussazioni irriducibili ha permesso di ottenere ottimi risultati clinici ad un follow-up medio di 4 anni. Le protesi di superficie, risparmiando tessuto osseo, rappresentano una valida alternativa alla protesi totale in pazienti giovani con artrosi dell’anca secondaria a displasia di basso grado.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.