Il presente articolo si propone di ricostruire e discutere il concetto di integrazione, introdotto dalla filosofa e sociologa americana Mary Parker Follett (1868-1933) nei suoi scritti composti nei primi decenni del Novecento. Al pari di altre autrici e di altri autori suoi contemporanei quali George Herbert Mead, Jane Addams e John Dewey, Follett è stata un’autrice eclettica e di difficile catalogazione disciplinare, impegnata tanto nella produzione teorica quanto nell’attivismo sociale. I suoi lavori – da The New State (1918) sino agli articoli sull’organizzazione manageriale composti a partire da metà anni ’20, passando per Creative Experience (1924) – trattano allo stesso tempo temi psicologici, filosofici e sociologici. In ognuno di questi ambiti, la logica dell’integrazione gioca un ruolo strategico. Attraverso il concetto di integration Follett intende introdurre un tertium datur rispetto alle dicotomie che strutturano larghi settori della filosofia e delle scienze sociali contemporanee: individuale vs. sociale; compromesso vs. dominazione; pluralità vs. unità. Affermando la possibilità di relazioni e attività integrative, Follett vuole mettere in luce l’esistenza di meccanismi di produzione di nuovi interessi e desideri condivisi come possibile esito delle relazioni conflittuali. Riprendendo i termini di una sua importante tripartizione: se la logica della dominazione vede affermarsi una parte a totale discapito dell’altra, e se la logica del compromesso comporta una mutua rinuncia e una parziale realizzazione dei diversi interessi, la logica dell’integrazione chiama in causa la possibilità della costituzione di un nuovo interesse emergente a partire dal processo relazionale.

Integrazione come articolazione sintetica. Una proposta teorica a partire da Mary Parker Follett

Matteo Santarelli
2018

Abstract

Il presente articolo si propone di ricostruire e discutere il concetto di integrazione, introdotto dalla filosofa e sociologa americana Mary Parker Follett (1868-1933) nei suoi scritti composti nei primi decenni del Novecento. Al pari di altre autrici e di altri autori suoi contemporanei quali George Herbert Mead, Jane Addams e John Dewey, Follett è stata un’autrice eclettica e di difficile catalogazione disciplinare, impegnata tanto nella produzione teorica quanto nell’attivismo sociale. I suoi lavori – da The New State (1918) sino agli articoli sull’organizzazione manageriale composti a partire da metà anni ’20, passando per Creative Experience (1924) – trattano allo stesso tempo temi psicologici, filosofici e sociologici. In ognuno di questi ambiti, la logica dell’integrazione gioca un ruolo strategico. Attraverso il concetto di integration Follett intende introdurre un tertium datur rispetto alle dicotomie che strutturano larghi settori della filosofia e delle scienze sociali contemporanee: individuale vs. sociale; compromesso vs. dominazione; pluralità vs. unità. Affermando la possibilità di relazioni e attività integrative, Follett vuole mettere in luce l’esistenza di meccanismi di produzione di nuovi interessi e desideri condivisi come possibile esito delle relazioni conflittuali. Riprendendo i termini di una sua importante tripartizione: se la logica della dominazione vede affermarsi una parte a totale discapito dell’altra, e se la logica del compromesso comporta una mutua rinuncia e una parziale realizzazione dei diversi interessi, la logica dell’integrazione chiama in causa la possibilità della costituzione di un nuovo interesse emergente a partire dal processo relazionale.
2018
Matteo Santarelli
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