La città di Forlì rappresenta un caso intrigante di destinazione turistica “in potenza”, esito di una serie di politiche maturate a partire dalla svolta del Millennio che da un lato mutuano le più note tendenze di riposizionamento del turismo urbano, trainate dal comparto delle industrie culturali, dall’altro introducono elementi di novità, quale un forte accento sul tema della sostenibilità del nascente prodotto turistico e della co- costruzione del patrimonio culturale nei suoi aspetti intangibili. Nel contributo proposto discutiamo questo riposizionamento a Forlì, con riferimento all’apertura dei Musei di San Domenico nel 2005 e all’istituzione dell’Itinerario culturale transnazionale Atrium sulle Architetture dei Regimi Totalitari nella Memoria Urbana, riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 2014. Si tratta di un lungo processo che culmina con il riposizionamento di immagine di Forlì come “Città del ’900”, tema che può stimolare un’operazione di branding territoriale e turistica. I lasciti urbanistici ed architettonici di Forlì, già attrattori di pellegrinaggi laici durante il Ventennio fascista, ritrovano oggi valorizzazione mediante la reinterpretazione dei simboli di un passato “dissonante” e “controverso”. Si tratta di un percorso ancora in itinere, fatto di tasselli che mirano a innovare il paradigma del turismo postmoderno, a partire dall’unione di micro e macrospazialità di un pubblico ancora difficile da definire in quanto turistico. Nelle conclusioni proponiamo alcuni scenari possibili di sviluppo turistico e delle sfide che questi comportano.

Spazialità turistiche a Forlì: dai pellegrinaggi laici al turismo postmoderno

Davide Bagnaresi
Writing – Original Draft Preparation
;
Chiara Rabbiosi
Writing – Original Draft Preparation
2018

Abstract

La città di Forlì rappresenta un caso intrigante di destinazione turistica “in potenza”, esito di una serie di politiche maturate a partire dalla svolta del Millennio che da un lato mutuano le più note tendenze di riposizionamento del turismo urbano, trainate dal comparto delle industrie culturali, dall’altro introducono elementi di novità, quale un forte accento sul tema della sostenibilità del nascente prodotto turistico e della co- costruzione del patrimonio culturale nei suoi aspetti intangibili. Nel contributo proposto discutiamo questo riposizionamento a Forlì, con riferimento all’apertura dei Musei di San Domenico nel 2005 e all’istituzione dell’Itinerario culturale transnazionale Atrium sulle Architetture dei Regimi Totalitari nella Memoria Urbana, riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 2014. Si tratta di un lungo processo che culmina con il riposizionamento di immagine di Forlì come “Città del ’900”, tema che può stimolare un’operazione di branding territoriale e turistica. I lasciti urbanistici ed architettonici di Forlì, già attrattori di pellegrinaggi laici durante il Ventennio fascista, ritrovano oggi valorizzazione mediante la reinterpretazione dei simboli di un passato “dissonante” e “controverso”. Si tratta di un percorso ancora in itinere, fatto di tasselli che mirano a innovare il paradigma del turismo postmoderno, a partire dall’unione di micro e macrospazialità di un pubblico ancora difficile da definire in quanto turistico. Nelle conclusioni proponiamo alcuni scenari possibili di sviluppo turistico e delle sfide che questi comportano.
2018
Davide Bagnaresi; Chiara Rabbiosi
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