Il volume raccoglie i contributi presentati nel workshop internazionale "Human-environment interactions in the Mediterranean Sea since the Roman period until the XIC century: an historical and ecological perspective on fishing activities". Iniziativa multi ed interdisciplinare che integra storia, archeologia, oceanografia ed ecologia e che ha come obiettivo di contribuire a migliorare la nostra conoscenza dei processi di erosione della biodiversità, della distribuzione e abbondanza della vita nel mare a livello globale e dei suoi cambiamenti nel lungo termine, analizzando con particolare attenzione il ruolo giocato dalle interazioni tra fattori antropici e naturali nel guidare l'evoluzione degli ecosistemi marini. Il bacino del Mediterraneo è stato incluso nel progetto nel 2004, in occasione del workshop tenutosi a Barcellona, Spagna. I principali obiettivi del lavoro collettivo possono essere riassunti nei seguneti punti: descrivere le attività di peca a aprtire dall'epoca romana fino al XIX, prima dell'introduzioone del motore e degli attrezzi meccanici avvenuta nel secolo successivo. Dal momento che il Mediterraneo è un ecosistema complesso, sono stati analizzati una serie di sottosistemi: il Nord Africa, il mare Catalano, la Francia meridionale, la Laguna di Venezia, il mare Adriatico, l'Egeo e il Mar Nero. Per ciascun ecosistema sono state affrontate tre temtiche principali: 1. lo studio delle interazioni dinamiche tra attività di pesca, commercio e gestione delle risorse e dell'influenza che queste attività hanno esercitato sui cambiamenti della diversità, distribuzione e abbondanza delle popolazioni marine. 2. L'identificazione delle specie e delle componenti ecosistemiche che hanno subito cambiamenti dall'epoca romana. 3. La definizione del contesto metodologico multidisciplinare per confrontare modelli e processi di erosione della biodiversità che riguardano le popolazioni marine e gli habitat del Mediterraneo. Un altro obiettivo era inoltre quello di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti dei processi degenerativi che stanno interessando con sempre maggiore intensità gli ecosistemi e reti trofiche del Mediterraneo e Mar Nero, allo scopo di favorire l'adozione di misure di conservazione e ripristino ecologico. Il saggio di M.L. De Nicolò riguarda la pesca in mare e le attività ad essa connesse attraverso un escursus che spazia dal Medioevo al Settecento e mette a fuoco, per l'età moderna una "rivoluzione piscatoria" che promuove nel Mediterraneo la pratica di tecniche di pesca in acque alturiere fino ad allora mai sperimentate. Lo sviluppo della pesca in alto mare ebbe di conseguenza l'incremento del mercato ed una rivalutazione dell'alimento ittico con risvolti anche nei sistemi culinari e nelle mode gastronomiche.
M.L. De Nicolò (2008). Il pesce nell'alimentazione mediterranea tra XVI e XIX secolo. VENEZIA : Le Grafiche Quattro.
Il pesce nell'alimentazione mediterranea tra XVI e XIX secolo
DE NICOLO', MARIA LUCIA
2008
Abstract
Il volume raccoglie i contributi presentati nel workshop internazionale "Human-environment interactions in the Mediterranean Sea since the Roman period until the XIC century: an historical and ecological perspective on fishing activities". Iniziativa multi ed interdisciplinare che integra storia, archeologia, oceanografia ed ecologia e che ha come obiettivo di contribuire a migliorare la nostra conoscenza dei processi di erosione della biodiversità, della distribuzione e abbondanza della vita nel mare a livello globale e dei suoi cambiamenti nel lungo termine, analizzando con particolare attenzione il ruolo giocato dalle interazioni tra fattori antropici e naturali nel guidare l'evoluzione degli ecosistemi marini. Il bacino del Mediterraneo è stato incluso nel progetto nel 2004, in occasione del workshop tenutosi a Barcellona, Spagna. I principali obiettivi del lavoro collettivo possono essere riassunti nei seguneti punti: descrivere le attività di peca a aprtire dall'epoca romana fino al XIX, prima dell'introduzioone del motore e degli attrezzi meccanici avvenuta nel secolo successivo. Dal momento che il Mediterraneo è un ecosistema complesso, sono stati analizzati una serie di sottosistemi: il Nord Africa, il mare Catalano, la Francia meridionale, la Laguna di Venezia, il mare Adriatico, l'Egeo e il Mar Nero. Per ciascun ecosistema sono state affrontate tre temtiche principali: 1. lo studio delle interazioni dinamiche tra attività di pesca, commercio e gestione delle risorse e dell'influenza che queste attività hanno esercitato sui cambiamenti della diversità, distribuzione e abbondanza delle popolazioni marine. 2. L'identificazione delle specie e delle componenti ecosistemiche che hanno subito cambiamenti dall'epoca romana. 3. La definizione del contesto metodologico multidisciplinare per confrontare modelli e processi di erosione della biodiversità che riguardano le popolazioni marine e gli habitat del Mediterraneo. Un altro obiettivo era inoltre quello di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti dei processi degenerativi che stanno interessando con sempre maggiore intensità gli ecosistemi e reti trofiche del Mediterraneo e Mar Nero, allo scopo di favorire l'adozione di misure di conservazione e ripristino ecologico. Il saggio di M.L. De Nicolò riguarda la pesca in mare e le attività ad essa connesse attraverso un escursus che spazia dal Medioevo al Settecento e mette a fuoco, per l'età moderna una "rivoluzione piscatoria" che promuove nel Mediterraneo la pratica di tecniche di pesca in acque alturiere fino ad allora mai sperimentate. Lo sviluppo della pesca in alto mare ebbe di conseguenza l'incremento del mercato ed una rivalutazione dell'alimento ittico con risvolti anche nei sistemi culinari e nelle mode gastronomiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.