Si tratta di una proposta interpretativa articolata, complessa, per certi versi accattivante, ma senza dubbio ardita: se l’identificazione del giovane con Esiodo può essere un’ipotesi plausibile, e, di conseguenza, la pietra e la donna che allatta andrebbero intese alla luce della Teogonia, meno convincente è a mio avviso il tentativo di instaurare una corrispondenza biunivoca fra ogni particolare e un preciso elemento del testo esiodeo, un’operazione che non può non sembrare spesso solo altamente congetturale. Piuttosto sarebbe importante, ammesso che l’argomento del dipinto sia quello supposto da U.-W. K., chiedersi quale fosse il messaggio che il quadro veicolava; in altri termini, la rappresentazione in chiave simbolica della Teogonia esiodea doveva avere un significato o religioso o politico o morale o comunque ideologico: nel nostro caso questo fondamentale quesito resta, purtroppo, senza risposta. In fondo l’interpretazione di Settis, che pure non è condivisibile per tutti i motivi lucidamente esposti da U.-W. K., aveva il pregio di fornire un senso religioso nella rappresentazione del peccato, della sua punizione e della degenerazione umana simboleggiata dal fratricidio di Caino; la nuova proposta rischia invece di apparire un mero esercizio erudito, infarcito di cervellotici simboli, e la pretesa di Giorgione di presentarsi come un nuovo Apelle non mi sembra risolva tale problema. Rimane, comunque, la constatazione che non si può studiare seriamente la nostra cultura senza un’approfondita conoscenza dell’antichità classica.

Rec. Ursula and Warren Kirkendale, Hesiod’s Theogony as Source of the Iconological Program of Giorgione’s ‘Tempesta

R. Tosi
2018

Abstract

Si tratta di una proposta interpretativa articolata, complessa, per certi versi accattivante, ma senza dubbio ardita: se l’identificazione del giovane con Esiodo può essere un’ipotesi plausibile, e, di conseguenza, la pietra e la donna che allatta andrebbero intese alla luce della Teogonia, meno convincente è a mio avviso il tentativo di instaurare una corrispondenza biunivoca fra ogni particolare e un preciso elemento del testo esiodeo, un’operazione che non può non sembrare spesso solo altamente congetturale. Piuttosto sarebbe importante, ammesso che l’argomento del dipinto sia quello supposto da U.-W. K., chiedersi quale fosse il messaggio che il quadro veicolava; in altri termini, la rappresentazione in chiave simbolica della Teogonia esiodea doveva avere un significato o religioso o politico o morale o comunque ideologico: nel nostro caso questo fondamentale quesito resta, purtroppo, senza risposta. In fondo l’interpretazione di Settis, che pure non è condivisibile per tutti i motivi lucidamente esposti da U.-W. K., aveva il pregio di fornire un senso religioso nella rappresentazione del peccato, della sua punizione e della degenerazione umana simboleggiata dal fratricidio di Caino; la nuova proposta rischia invece di apparire un mero esercizio erudito, infarcito di cervellotici simboli, e la pretesa di Giorgione di presentarsi come un nuovo Apelle non mi sembra risolva tale problema. Rimane, comunque, la constatazione che non si può studiare seriamente la nostra cultura senza un’approfondita conoscenza dell’antichità classica.
2018
R. Tosi
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