L’approccio contraddittorio e frammentario del legislatore italiano alla disciplina del trust e dei vincoli di destinazione continua a provocare incertezze sotto il profilo dell’applicazione concreta di tali fattispecie, oggetto di interpretazioni contrastanti da parte di una giurisprudenza a volte diffidente rispetto agli strumenti segregativi, pur consentiti e regolati espressamente dall’ordinamento, anche a tutela di interessi primari. Ciò non è scevro da conseguenze. Le oscillanti interpretazioni, infatti, generano ripercussioni negative sia sotto un profilo strettamente economico, visti i notevoli costi che deve sopportare chi ha comunque necessità di ricorrere a taliistituti, dato l’alto tecnicismo richiesto per la loro attuazione, sia sotto il profilo sociale, in quanto la valutazione probabilistica della risposta giudiziale all’impiego degli strumenti di protezione del patrimonio, di fatto ne scoraggiano l’impiego, lasciando scoperte ampie e rilevanti aree di bisogno. Tale attitudine inoltre, contribuisce ad alimentare un sentimento di sfiducia dei consociati nei confronti dell’efficienza della segregazione patrimoniale nel suo complesso, anche quando essa è posta a tutela di interessi meritevoli e, più in generale, nella capacità dell’ordinamento giuridico di presidiarli opportunamente.
Paola Manes, Giulio Errani (2018). Trust autodichiarato e vincoli di destinazione: l’effetto segregativo. TRUSTS E ATTIVITÀ FIDUCIARIE, 5, 477-487.
Trust autodichiarato e vincoli di destinazione: l’effetto segregativo
Paola Manes
;Giulio Errani
2018
Abstract
L’approccio contraddittorio e frammentario del legislatore italiano alla disciplina del trust e dei vincoli di destinazione continua a provocare incertezze sotto il profilo dell’applicazione concreta di tali fattispecie, oggetto di interpretazioni contrastanti da parte di una giurisprudenza a volte diffidente rispetto agli strumenti segregativi, pur consentiti e regolati espressamente dall’ordinamento, anche a tutela di interessi primari. Ciò non è scevro da conseguenze. Le oscillanti interpretazioni, infatti, generano ripercussioni negative sia sotto un profilo strettamente economico, visti i notevoli costi che deve sopportare chi ha comunque necessità di ricorrere a taliistituti, dato l’alto tecnicismo richiesto per la loro attuazione, sia sotto il profilo sociale, in quanto la valutazione probabilistica della risposta giudiziale all’impiego degli strumenti di protezione del patrimonio, di fatto ne scoraggiano l’impiego, lasciando scoperte ampie e rilevanti aree di bisogno. Tale attitudine inoltre, contribuisce ad alimentare un sentimento di sfiducia dei consociati nei confronti dell’efficienza della segregazione patrimoniale nel suo complesso, anche quando essa è posta a tutela di interessi meritevoli e, più in generale, nella capacità dell’ordinamento giuridico di presidiarli opportunamente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.