Il saggio affronta per la prima volta lo studio sistematico degli affreschi della cosiddetta Galleria Vidoniana, posta nell’Appartamento del Legato nel palazzo Comunale a Bologna, commissionati dal cardinal Pietro Vidoni e dedicati a papa Alessandro VII Chigi, che lo aveva innalzato alla porpora. Un poemetto contemporaneo di 186 versi, composto in latino dal letterato Vincenzo Maria Marescalchi col titolo Aula Vidonia (1665), si rivela una fonte importante per comprendere la decorazione della volta, eseguita dai bolognesi Domenico Santi, detto il Mengazzino, e Giovan Battista Caccioli. Il poemetto celebra il committente, il papa, gli affreschi. L’articolo prende in esame i pattern decorativi, l’iconografia, e la loro relazione con i versi di Marescalchi. Discute prima di tutto la funzione dell’ambiente nell’appartamento del Legato, considerando sia il significato del termine “galleria” nella cultura italiana del Seicento, sia il fatto che Marescalchi non usa mai tale termine, affidandosi al latino aula. Lo studio dimostra che gli affreschi sono un tributo erudito alle virtù politiche di papa Chigi, espresso attraverso emblemi e abbondanti rimandi a miti antichi e ad allegorie: questi elementi e la perfetta conoscenza della decorazione suggeriscono che Marescalchi, influente membro dell’Accademia bolognese dei Gelati, vada riconosciuto come uno, o addirittura l’autore del programma decorativo.

Il cardinale Pietro Vidoni e l’omaggio ad Alessandro VII Chigi nell’Appartamento del legato a Bologna (1665). Una decorazione politica

Sonia Cavicchioli
2018

Abstract

Il saggio affronta per la prima volta lo studio sistematico degli affreschi della cosiddetta Galleria Vidoniana, posta nell’Appartamento del Legato nel palazzo Comunale a Bologna, commissionati dal cardinal Pietro Vidoni e dedicati a papa Alessandro VII Chigi, che lo aveva innalzato alla porpora. Un poemetto contemporaneo di 186 versi, composto in latino dal letterato Vincenzo Maria Marescalchi col titolo Aula Vidonia (1665), si rivela una fonte importante per comprendere la decorazione della volta, eseguita dai bolognesi Domenico Santi, detto il Mengazzino, e Giovan Battista Caccioli. Il poemetto celebra il committente, il papa, gli affreschi. L’articolo prende in esame i pattern decorativi, l’iconografia, e la loro relazione con i versi di Marescalchi. Discute prima di tutto la funzione dell’ambiente nell’appartamento del Legato, considerando sia il significato del termine “galleria” nella cultura italiana del Seicento, sia il fatto che Marescalchi non usa mai tale termine, affidandosi al latino aula. Lo studio dimostra che gli affreschi sono un tributo erudito alle virtù politiche di papa Chigi, espresso attraverso emblemi e abbondanti rimandi a miti antichi e ad allegorie: questi elementi e la perfetta conoscenza della decorazione suggeriscono che Marescalchi, influente membro dell’Accademia bolognese dei Gelati, vada riconosciuto come uno, o addirittura l’autore del programma decorativo.
2018
Sonia Cavicchioli
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