Trent’anni fa veniva completata la compilazione del "Catalogo dei Terremoti Italiani dall’anno 1000 al 1980" del Progetto Finalizzato Geodinamica, pubblicato nel 1985 da Daniele Postpischl (Postpischl, 1985a). Il Gruppo Catalogo dei Terremoti, autore di quel lavoro, si era posto l’obiettivo di “verificare le informazioni sui terremoti italiani contenuti nei diversi Cataloghi disponibili”, in particolare del catalogo ENEL (1977), e prepararne una nuova e più avanzata versione. A conclusione di quel lavoro, che ai componenti del Gruppo di Lavoro era apparso fin da subito del tutto preliminare a fronte delle ambizioni iniziali, quello che appariva chiaro era l’aver fatto riemergere un intero settore disciplinare pressoché dimenticato, quello della sismologia storica, e l’aver reso possibili, con la compilazione del catalogo e delle schede monografiche sui più forti terremoti italiani pubblicati nell’”Atlas of isoseimal maps of Italian earthquakes” (Postpischl, 1985b), “i primi concreti avanzamenti in un processo ancora lungo di ricerche, per giungere a prodotti definitivi”. Che si potesse arrivare a prodotti definitivi è un’idea rapidamente superata, resa evidente dal lungo percorso che ha portato alla versione attuale del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, erede di quella stagione. Nel corso degli anni i margini di miglioramento delle conoscenze sui terremoti noti alla tradizione sismologica si sono rivelati – e lo sono tuttora – enormi e si sono aperte strade di ricerca del tutto nuove. Questa versione del Catalogo, trent’anni dopo, è un ulteriore importante contributo al miglioramento delle conoscenze sui caratteri della sismicità del territorio nazionale, la definizione dei processi sismogenetici, l’identificazione e caratterizzazione delle strutture attive e al miglioramento delle stime di pericolosità. La prima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, risalente al luglio del 1999 (CPTI99; Gruppo di Lavoro CPTI, 1999), fu concepita come catalogo di consenso all’interno della comunità scientifica del settore per unificare e omogeneizzare, attraverso procedure di stima dei parametri uguali per tutti i terremoti, tutte le informazioni disponibili sui terremoti italiani fino ad allora prodotte da fonti diverse o riportate da cataloghi tra loro alternativi (NT4.1, Camassi e Stucchi, 1997; CFTI 1 e 2, Boschi et al., 1995;1997). Nel maggio 2004 fu rilasciata una seconda versione (CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004) utilizzata per la compilazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; Stucchi et al., 2011). Tale versione era di fatto nuova solo per la finestra temporale 1981‐2002, mentre si rifaceva al precedente CPTI99 per la restante parte, ad eccezione della conversione della magnitudo Ms a Mw attraverso formule empiriche. Successivamente, alcune versioni sperimentali e/o parziali sono state rilasciate per usi interni all’INGV o di progetti specifici. La terza versione pubblica, denominata CPTI11 (Rovida et al., 2011), è stata rilasciata a dicembre 2011. Insieme ad un profondo aggiornamento dei dati di base sia macrosismici (raccolti nella versione DBMI11 del Database Macrosismico Italiano; Locati et al., 2011) sia strumentali, altre importanti innovazioni riguardavano la struttura, con la presenza contemporanea di parametri macrosismici e strumentali (oltre a una determinazione preferita), e l’inclusione di numerose repliche e foreshocks. Per contro, per motivi di tempo, erano stati considerati solo dati macrosismici pubblicati prima del 2007 senza aggiornare né le relazioni empiriche per l’omogeneizzazione delle magnitudo strumentali, né le procedure di calcolo dei parametri macrosismici, ad eccezione dell’utilizzo sperimentale del metodo di Bakun e Wentworth (1997) per alcuni terremoti con epicentro in mare. Grazie anche agli sviluppi metodologici maturati nell’ambito di alcuni progetti europei e, soprattutto, al considerevole quantitativo di nuovi dati di intensità pubblicati in questi ultimi cinque anni, unitamente a stime aggiornate delle magnitudo strumentali, si è oggi realizzato, insieme alla nuova versione del database macrosismico associato DBMI, un profondo aggiornamento del catalogo, denominato CPTI15.

Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione CPTI15

Barbara Lolli
Membro del Collaboration Group
;
Paolo Gasperini
Membro del Collaboration Group
2016

Abstract

Trent’anni fa veniva completata la compilazione del "Catalogo dei Terremoti Italiani dall’anno 1000 al 1980" del Progetto Finalizzato Geodinamica, pubblicato nel 1985 da Daniele Postpischl (Postpischl, 1985a). Il Gruppo Catalogo dei Terremoti, autore di quel lavoro, si era posto l’obiettivo di “verificare le informazioni sui terremoti italiani contenuti nei diversi Cataloghi disponibili”, in particolare del catalogo ENEL (1977), e prepararne una nuova e più avanzata versione. A conclusione di quel lavoro, che ai componenti del Gruppo di Lavoro era apparso fin da subito del tutto preliminare a fronte delle ambizioni iniziali, quello che appariva chiaro era l’aver fatto riemergere un intero settore disciplinare pressoché dimenticato, quello della sismologia storica, e l’aver reso possibili, con la compilazione del catalogo e delle schede monografiche sui più forti terremoti italiani pubblicati nell’”Atlas of isoseimal maps of Italian earthquakes” (Postpischl, 1985b), “i primi concreti avanzamenti in un processo ancora lungo di ricerche, per giungere a prodotti definitivi”. Che si potesse arrivare a prodotti definitivi è un’idea rapidamente superata, resa evidente dal lungo percorso che ha portato alla versione attuale del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, erede di quella stagione. Nel corso degli anni i margini di miglioramento delle conoscenze sui terremoti noti alla tradizione sismologica si sono rivelati – e lo sono tuttora – enormi e si sono aperte strade di ricerca del tutto nuove. Questa versione del Catalogo, trent’anni dopo, è un ulteriore importante contributo al miglioramento delle conoscenze sui caratteri della sismicità del territorio nazionale, la definizione dei processi sismogenetici, l’identificazione e caratterizzazione delle strutture attive e al miglioramento delle stime di pericolosità. La prima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, risalente al luglio del 1999 (CPTI99; Gruppo di Lavoro CPTI, 1999), fu concepita come catalogo di consenso all’interno della comunità scientifica del settore per unificare e omogeneizzare, attraverso procedure di stima dei parametri uguali per tutti i terremoti, tutte le informazioni disponibili sui terremoti italiani fino ad allora prodotte da fonti diverse o riportate da cataloghi tra loro alternativi (NT4.1, Camassi e Stucchi, 1997; CFTI 1 e 2, Boschi et al., 1995;1997). Nel maggio 2004 fu rilasciata una seconda versione (CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004) utilizzata per la compilazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; Stucchi et al., 2011). Tale versione era di fatto nuova solo per la finestra temporale 1981‐2002, mentre si rifaceva al precedente CPTI99 per la restante parte, ad eccezione della conversione della magnitudo Ms a Mw attraverso formule empiriche. Successivamente, alcune versioni sperimentali e/o parziali sono state rilasciate per usi interni all’INGV o di progetti specifici. La terza versione pubblica, denominata CPTI11 (Rovida et al., 2011), è stata rilasciata a dicembre 2011. Insieme ad un profondo aggiornamento dei dati di base sia macrosismici (raccolti nella versione DBMI11 del Database Macrosismico Italiano; Locati et al., 2011) sia strumentali, altre importanti innovazioni riguardavano la struttura, con la presenza contemporanea di parametri macrosismici e strumentali (oltre a una determinazione preferita), e l’inclusione di numerose repliche e foreshocks. Per contro, per motivi di tempo, erano stati considerati solo dati macrosismici pubblicati prima del 2007 senza aggiornare né le relazioni empiriche per l’omogeneizzazione delle magnitudo strumentali, né le procedure di calcolo dei parametri macrosismici, ad eccezione dell’utilizzo sperimentale del metodo di Bakun e Wentworth (1997) per alcuni terremoti con epicentro in mare. Grazie anche agli sviluppi metodologici maturati nell’ambito di alcuni progetti europei e, soprattutto, al considerevole quantitativo di nuovi dati di intensità pubblicati in questi ultimi cinque anni, unitamente a stime aggiornate delle magnitudo strumentali, si è oggi realizzato, insieme alla nuova versione del database macrosismico associato DBMI, un profondo aggiornamento del catalogo, denominato CPTI15.
2016
33
Andrea Rovida; Mario Locati; Romano Camassi; Barbara Lolli; Paolo Gasperini
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