Dopo circa cinque anni di round negoziali terminati nel settembre 2014, il 21 settembre 2017 l’accordo economico e commerciale globale tra l’UE e il Canada (CETA) è entrato in vigore in via provvisoria. Il CETA rappresenta un trattato particolarmente rilevante per la politica commerciale comune. La procedura di conclusione dell’accordo, e in modo particolare la sua natura di accordo misto, nonché la sua applicazione provvisoria sono state oggetto di un profondo dibattito in seno agli organi politici e giurisdizionali nazionali. In particolare, è da ricordare che, il 10 ottobre 2016, il parlamento autonomo della Vallonia aveva votato contro il CETA, ponendo il veto alla firma dell’accordo da parte del Belgio e chiedendo al governo vallone di non accordare pieni poteri al governo federale per firmare il trattato. In tale contesto di inserisce la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca (BVerfG), avvenuta il 13 ottobre 2016. Contrariamente a quanto atteso da molti, la Corte Costituzionale tedesca ha bocciato i ricorsi di coloro che volevano ottenere un’ingiunzione preliminare nei confronti del governo tedesco affinché il suo rappresentante presso il Consiglio non desse l’assenso alla deliberazione relativa al CETA. La decisione della Corte ha comunque inciso sulla posizione assunta dal governo tedesco in sede di Consiglio, subordinando il suo via libera a taluni caveat, e condizionato in parte anche gli sviluppi successivi in materia.

Riflessioni a distanza sulla pronuncia della Corte Costituzionale Federale in relazione al Trattato CETA

Susanna Villani
2017

Abstract

Dopo circa cinque anni di round negoziali terminati nel settembre 2014, il 21 settembre 2017 l’accordo economico e commerciale globale tra l’UE e il Canada (CETA) è entrato in vigore in via provvisoria. Il CETA rappresenta un trattato particolarmente rilevante per la politica commerciale comune. La procedura di conclusione dell’accordo, e in modo particolare la sua natura di accordo misto, nonché la sua applicazione provvisoria sono state oggetto di un profondo dibattito in seno agli organi politici e giurisdizionali nazionali. In particolare, è da ricordare che, il 10 ottobre 2016, il parlamento autonomo della Vallonia aveva votato contro il CETA, ponendo il veto alla firma dell’accordo da parte del Belgio e chiedendo al governo vallone di non accordare pieni poteri al governo federale per firmare il trattato. In tale contesto di inserisce la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca (BVerfG), avvenuta il 13 ottobre 2016. Contrariamente a quanto atteso da molti, la Corte Costituzionale tedesca ha bocciato i ricorsi di coloro che volevano ottenere un’ingiunzione preliminare nei confronti del governo tedesco affinché il suo rappresentante presso il Consiglio non desse l’assenso alla deliberazione relativa al CETA. La decisione della Corte ha comunque inciso sulla posizione assunta dal governo tedesco in sede di Consiglio, subordinando il suo via libera a taluni caveat, e condizionato in parte anche gli sviluppi successivi in materia.
2017
Susanna Villani
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