In Italia, vengono coltivati la lavanda (Lavandula vera DC.) ed il lavandino (Lavandula hybrida Rev.: L. angustifolia Miller X L. latifolia Med.) in Piemonte (più di 80 ha), Liguria (20 ha) ed Emilia (11 ha), ma piccole superfici sono presenti anche nelle Marche ed in Abruzzo, con una resa complessiva che, nel 1999, è stata di 37 t di prodotto secco e di 400 kg di olio essenziale. L’olio di lavanda e quello di lavandino contengono i medesimi componenti, sebbene in rapporto diverso. Dal punto di vista patologico, lavanda e lavandino sono soggette ad infezioni di origine fungina, a cui si aggiungono quelle dovute al virus del mosaico del cetriolo (Cucumber mosaic virus: CMV), segnalato in Francia nel 1974 ed a quello del mosaico dell’erba medica (Alfalfa mosaic virus: AMV), individuato ripetutamente sia in Francia che in Italia a partire dal 1970. Durante i numerosi sopralluoghi sono state contrassegnate in lotti di: L. alardii, lavandino (“Abrialis”, “Grosso”, “Maime”, “Rinaldi Ceroni”, “Super A”, “Super Z”) e di L. vera “Selezione” piante sintomatiche (maculatura giallo oro sulle foglie; nanismo) ed asintomatiche. Per stabilire la presenza o meno di AMV sono state applicate le tecniche PAS-ELISA e/o RT-PCR. Si è quindi proceduto alla distillazione in corrente di vapore degli oli essenziali dai lotti “S” (sano) ed “I” (infetto). I 16 oli essenziali ottenuti sono stati analizzati mediante applicazione del sistema GC-MS al fine di valutare differenze quantitative e qualitative- Dall’indagine epidemiologica eseguita risulta un’elevata diffusione di AMV negli impianti di lavanda e lavandino; l’esame visivo non consente di distinguere le piante infette sulla base sintomatologica dato che, nel corso delle indagini, questo virus è stato spesso individuato anche in piante apparentemente sane (latenza). L’infezione virale determina sensibili diminuzioni della resa estrattiva dell’olio, con decrementi che raggiungono il 50%. Gli oli “S” ed “I” risultano inoltre molto diversi come composizione. Lo studio comparato degli oli essenziali ha permesso di evidenziare un pattern definito. In tutti e gli otto casi, difatti, si è riscontrata negli oli “I” una diminuzione dei terpeni ossigenati (tra i quali il linalolo) ed un netto aumento degli esteri (tra i quali il linalil acetato).

INFLUENZA DEL VIRUS DEL MOSAICO DELL’ERBA MEDICA SULLA QUANTITÀ E QUALITÀ DELL’OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA E LAVANDINO PRESENTI NEL GIARDINO DELLE ERBE DI CASOLA VALSENIO (RAVENNA) / Bellardi Maria Grazia; Benni Alessandro; Bruni Renato; Bianchi Alberto; Biffi Sauro. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 1-4. (Intervento presentato al convegno VI Convegno AISSA Agricoltura, Paesaggio e Territorio Tra Conservazione e Innovazione: Il Ruolo della Ricerca tenutosi a Imola nel 26-28 novembre 2008).

INFLUENZA DEL VIRUS DEL MOSAICO DELL’ERBA MEDICA SULLA QUANTITÀ E QUALITÀ DELL’OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA E LAVANDINO PRESENTI NEL GIARDINO DELLE ERBE DI CASOLA VALSENIO (RAVENNA)

BELLARDI, MARIA GRAZIA;BENNI, ALESSANDRO;
2008

Abstract

In Italia, vengono coltivati la lavanda (Lavandula vera DC.) ed il lavandino (Lavandula hybrida Rev.: L. angustifolia Miller X L. latifolia Med.) in Piemonte (più di 80 ha), Liguria (20 ha) ed Emilia (11 ha), ma piccole superfici sono presenti anche nelle Marche ed in Abruzzo, con una resa complessiva che, nel 1999, è stata di 37 t di prodotto secco e di 400 kg di olio essenziale. L’olio di lavanda e quello di lavandino contengono i medesimi componenti, sebbene in rapporto diverso. Dal punto di vista patologico, lavanda e lavandino sono soggette ad infezioni di origine fungina, a cui si aggiungono quelle dovute al virus del mosaico del cetriolo (Cucumber mosaic virus: CMV), segnalato in Francia nel 1974 ed a quello del mosaico dell’erba medica (Alfalfa mosaic virus: AMV), individuato ripetutamente sia in Francia che in Italia a partire dal 1970. Durante i numerosi sopralluoghi sono state contrassegnate in lotti di: L. alardii, lavandino (“Abrialis”, “Grosso”, “Maime”, “Rinaldi Ceroni”, “Super A”, “Super Z”) e di L. vera “Selezione” piante sintomatiche (maculatura giallo oro sulle foglie; nanismo) ed asintomatiche. Per stabilire la presenza o meno di AMV sono state applicate le tecniche PAS-ELISA e/o RT-PCR. Si è quindi proceduto alla distillazione in corrente di vapore degli oli essenziali dai lotti “S” (sano) ed “I” (infetto). I 16 oli essenziali ottenuti sono stati analizzati mediante applicazione del sistema GC-MS al fine di valutare differenze quantitative e qualitative- Dall’indagine epidemiologica eseguita risulta un’elevata diffusione di AMV negli impianti di lavanda e lavandino; l’esame visivo non consente di distinguere le piante infette sulla base sintomatologica dato che, nel corso delle indagini, questo virus è stato spesso individuato anche in piante apparentemente sane (latenza). L’infezione virale determina sensibili diminuzioni della resa estrattiva dell’olio, con decrementi che raggiungono il 50%. Gli oli “S” ed “I” risultano inoltre molto diversi come composizione. Lo studio comparato degli oli essenziali ha permesso di evidenziare un pattern definito. In tutti e gli otto casi, difatti, si è riscontrata negli oli “I” una diminuzione dei terpeni ossigenati (tra i quali il linalolo) ed un netto aumento degli esteri (tra i quali il linalil acetato).
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AttiVI Convegno AISSA Agricoltura, Paesaggio e Territorio Tra Conservazione e Innovazione: Il Ruolo della Ricerca
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INFLUENZA DEL VIRUS DEL MOSAICO DELL’ERBA MEDICA SULLA QUANTITÀ E QUALITÀ DELL’OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA E LAVANDINO PRESENTI NEL GIARDINO DELLE ERBE DI CASOLA VALSENIO (RAVENNA) / Bellardi Maria Grazia; Benni Alessandro; Bruni Renato; Bianchi Alberto; Biffi Sauro. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 1-4. (Intervento presentato al convegno VI Convegno AISSA Agricoltura, Paesaggio e Territorio Tra Conservazione e Innovazione: Il Ruolo della Ricerca tenutosi a Imola nel 26-28 novembre 2008).
Bellardi Maria Grazia; Benni Alessandro; Bruni Renato; Bianchi Alberto; Biffi Sauro
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