Questo breve contributo prende spunto da riflessioni nate durante l’attività didattica svolta presso l’Università di Bologna con studenti italiani all’ultimo anno del corso di Laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere. Più volte abbiamo avuto l’occasione di riscontrare che il “programma di informazione sul segno del dizionario di lingua”1, così definito dal linguista e lessicografo francese Alain Rey, è quasi del tutto ignorato dagli studenti di lingua straniera di livello universitario. Oltre a racchiudere un insieme di strategie atte al riconoscimento e alla comprensione del vocabolo cercato, tale programma include anche la descrizione del suo funzionamento, sia allo scritto che all’orale, allo scopo di favorire non solo la comprensione ma anche la produzione di enunciati corretti. Nonostante il dizionario monolingue venga ritenuto dagli studenti una sorta di “libro sacro” in cui poter trovare risposte a qualsiasi problema linguistico, il più delle volte semantico (capire il significato di una parola ignota) o ortografico (risolvere dubbi di trascrizione), nella realtà la sua consultazione, per di più molto frequente, non collima con una sviluppata capacità da parte degli utenti di trarre profitto dalle informazioni in esso contenute. Inoltre, per gli utenti la cui lingua madre non è la stessa del dizionario consultato, nel nostro caso gli studenti italiani, le probabilità di ottenere le informazioni di cui si necessita diminuiscono notevolmente. Numerosi studi hanno già insistito sulla mancanza di un insegnamento adeguato dei criteri di consultazione del dizionario nella scuola e all’Università. L’ignoranza diffusa dell’architettura del dizionario va di pari passo con l’assenza di consapevolezza da parte degli utenti della diversità tipologica, ma anche ideologica, di ogni dizionario, derivante dal sistema sociale e culturale in cui il dizionario nasce ed evolve. Il poeta e traduttore Henri Meschonnic afferma a riguardo: "Dictionnaires, encyclopédies, grammaires sont donc à merveille les lieux où lire entre les lignes, où reconnaître, plus facilement qu’ailleurs, les conflits, les masquages des conflits, les clichés qui font l’album de famille d’une culture". Se allora, come Meschonnic sostiene, il dizionario è l’album di famiglia di una cultura, è evidente che il materiale linguistico in esso raccolto non potrà essere organizzato allo stesso modo in due realtà socio-culturali diverse. In particolare, non sarebbe accettabile l’idea che in Francia ed in Italia, paesi che vantano una storia ed una evoluzione socio-culturale differenti, l’oggetto “dizionario” contenga lo stesso tipo di informazione e assolva alla medesima funzione. Dall’osservazione della pratica si evince che sembra essere questa tuttavia la convinzione della maggior parte degli studenti di lingua straniera. La consultazione del dizionario di lingua francese e del dizionario di lingua italiana viene erroneamente condotta allo stesso modo. Se le diverse informazioni sul segno consegnate in ognuno di esso fossero invece decodificate correttamente, esse si rivelerebbero estremamente utili sia nell’esercizio della version(traduzione dal francese all’italiano) che in quello di thème (traduzione dall’italiano al francese), ampiamente praticati dagli studenti italiani in fase di apprendimento. Con questo breve contributo, ci proponiamo dunque di presentare alcune specificità della lessicografia monolingue francese e italiana al fine di ricusare alcune idee erroneamente radicate. Insisteremo in particolare su tre punti: 1. Il dizionario di lingua è erede della storia e della tradizione del proprio paese di appartenenza. 2. Non esiste un tipo di dizionario, ma molteplici tipologie. Ci soffermeremo soltanto su due varietà, maggiormente rappresentative dello scarto culturale esistente tra Francia e Italia: il dizionario di lingua ed il dizionario enciclopedico. 3. La struttura di ogni dizionario di lingua (macrostruttu...

I dizionari in Francia e in Italia: due tradizioni a confronto al servizio dell'apprendimento linguistico / V. Zotti. - STAMPA. - (2008), pp. 59-77.

I dizionari in Francia e in Italia: due tradizioni a confronto al servizio dell'apprendimento linguistico

ZOTTI, VALERIA
2008

Abstract

Questo breve contributo prende spunto da riflessioni nate durante l’attività didattica svolta presso l’Università di Bologna con studenti italiani all’ultimo anno del corso di Laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere. Più volte abbiamo avuto l’occasione di riscontrare che il “programma di informazione sul segno del dizionario di lingua”1, così definito dal linguista e lessicografo francese Alain Rey, è quasi del tutto ignorato dagli studenti di lingua straniera di livello universitario. Oltre a racchiudere un insieme di strategie atte al riconoscimento e alla comprensione del vocabolo cercato, tale programma include anche la descrizione del suo funzionamento, sia allo scritto che all’orale, allo scopo di favorire non solo la comprensione ma anche la produzione di enunciati corretti. Nonostante il dizionario monolingue venga ritenuto dagli studenti una sorta di “libro sacro” in cui poter trovare risposte a qualsiasi problema linguistico, il più delle volte semantico (capire il significato di una parola ignota) o ortografico (risolvere dubbi di trascrizione), nella realtà la sua consultazione, per di più molto frequente, non collima con una sviluppata capacità da parte degli utenti di trarre profitto dalle informazioni in esso contenute. Inoltre, per gli utenti la cui lingua madre non è la stessa del dizionario consultato, nel nostro caso gli studenti italiani, le probabilità di ottenere le informazioni di cui si necessita diminuiscono notevolmente. Numerosi studi hanno già insistito sulla mancanza di un insegnamento adeguato dei criteri di consultazione del dizionario nella scuola e all’Università. L’ignoranza diffusa dell’architettura del dizionario va di pari passo con l’assenza di consapevolezza da parte degli utenti della diversità tipologica, ma anche ideologica, di ogni dizionario, derivante dal sistema sociale e culturale in cui il dizionario nasce ed evolve. Il poeta e traduttore Henri Meschonnic afferma a riguardo: "Dictionnaires, encyclopédies, grammaires sont donc à merveille les lieux où lire entre les lignes, où reconnaître, plus facilement qu’ailleurs, les conflits, les masquages des conflits, les clichés qui font l’album de famille d’une culture". Se allora, come Meschonnic sostiene, il dizionario è l’album di famiglia di una cultura, è evidente che il materiale linguistico in esso raccolto non potrà essere organizzato allo stesso modo in due realtà socio-culturali diverse. In particolare, non sarebbe accettabile l’idea che in Francia ed in Italia, paesi che vantano una storia ed una evoluzione socio-culturale differenti, l’oggetto “dizionario” contenga lo stesso tipo di informazione e assolva alla medesima funzione. Dall’osservazione della pratica si evince che sembra essere questa tuttavia la convinzione della maggior parte degli studenti di lingua straniera. La consultazione del dizionario di lingua francese e del dizionario di lingua italiana viene erroneamente condotta allo stesso modo. Se le diverse informazioni sul segno consegnate in ognuno di esso fossero invece decodificate correttamente, esse si rivelerebbero estremamente utili sia nell’esercizio della version(traduzione dal francese all’italiano) che in quello di thème (traduzione dall’italiano al francese), ampiamente praticati dagli studenti italiani in fase di apprendimento. Con questo breve contributo, ci proponiamo dunque di presentare alcune specificità della lessicografia monolingue francese e italiana al fine di ricusare alcune idee erroneamente radicate. Insisteremo in particolare su tre punti: 1. Il dizionario di lingua è erede della storia e della tradizione del proprio paese di appartenenza. 2. Non esiste un tipo di dizionario, ma molteplici tipologie. Ci soffermeremo soltanto su due varietà, maggiormente rappresentative dello scarto culturale esistente tra Francia e Italia: il dizionario di lingua ed il dizionario enciclopedico. 3. La struttura di ogni dizionario di lingua (macrostruttu...
2008
Lessicografia e metalessicografia francese e inglese oggi
59
77
I dizionari in Francia e in Italia: due tradizioni a confronto al servizio dell'apprendimento linguistico / V. Zotti. - STAMPA. - (2008), pp. 59-77.
V. Zotti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/65701
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