La pronuncia McCartney v. McCartney – relativa al divorzio del notissimo artista Paul - riveste considerevole interesse perché consente di osservare i risultati applicativi delle regole in tema di effetti patrimoniali del divorzio – sancite dal Matrimonial Causes Act inglese e dalle leading decisions della House of Lords, White v. White e Miller v. Miller – con riferimento ad una fattispecie concreta che presenta caratteristiche estremamente particolari in quanto il patrimonio del marito (che ammonta ad oltre 400 milioni di sterline) è stato interamente accumulato prima del matrimonio. Ciò impone di chiarire, anche a fronte di un caso pressoché unico, quali siano le condizioni al ricorre delle quali l’applicazione del principio della divisione dei beni in parti uguali (sharing principle) - enunciato in White v. White e poi ulteriormente circostanziato in diverse pronunce successive, ed in particolare in Miller v. Miller – trovi applicazione e in che misura il patrimonio della parte economicamente forte possa essere costituire una “fonte” dalla quale attingere per soddisfare le esigenze di mantenimento del coniuge economicamente debole. Inoltre, nella prospettiva del giurista italiano, l’analisi di una fattispecie così particolare consente di percepire con estrema chiarezza quanto in quel sistema siano pregnanti ed incisive le implicazioni economiche che il matrimonio determina sul patrimonio individuale di ciascun coniuge e quali siano le ragioni che consentono di addivenire a risultati che nel nostro ordinamento non sono realizzabili.
E. Al Mureden (2008). Il divorzio di Paul McCartney ed Heather Mills. I diritti del coniuge debole in una emblematica decisione inglese e nella prospettiva del diritto italiano,. FAMIGLIA E DIRITTO, 8-9, 843-853.
Il divorzio di Paul McCartney ed Heather Mills. I diritti del coniuge debole in una emblematica decisione inglese e nella prospettiva del diritto italiano,
AL MUREDEN, ENRICO
2008
Abstract
La pronuncia McCartney v. McCartney – relativa al divorzio del notissimo artista Paul - riveste considerevole interesse perché consente di osservare i risultati applicativi delle regole in tema di effetti patrimoniali del divorzio – sancite dal Matrimonial Causes Act inglese e dalle leading decisions della House of Lords, White v. White e Miller v. Miller – con riferimento ad una fattispecie concreta che presenta caratteristiche estremamente particolari in quanto il patrimonio del marito (che ammonta ad oltre 400 milioni di sterline) è stato interamente accumulato prima del matrimonio. Ciò impone di chiarire, anche a fronte di un caso pressoché unico, quali siano le condizioni al ricorre delle quali l’applicazione del principio della divisione dei beni in parti uguali (sharing principle) - enunciato in White v. White e poi ulteriormente circostanziato in diverse pronunce successive, ed in particolare in Miller v. Miller – trovi applicazione e in che misura il patrimonio della parte economicamente forte possa essere costituire una “fonte” dalla quale attingere per soddisfare le esigenze di mantenimento del coniuge economicamente debole. Inoltre, nella prospettiva del giurista italiano, l’analisi di una fattispecie così particolare consente di percepire con estrema chiarezza quanto in quel sistema siano pregnanti ed incisive le implicazioni economiche che il matrimonio determina sul patrimonio individuale di ciascun coniuge e quali siano le ragioni che consentono di addivenire a risultati che nel nostro ordinamento non sono realizzabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.