Dal confronto tra deposizioni di testimoni diversi nell’ambito di uno stesso processo è emerso che testimoni diversi rappresentano spesso lo “stesso” evento discorsivo utilizzando lo stesso dispositivo, corrispondente al discorso riportato in forma diretta (d’ora in poi D.D.R.). La relativa stabilità dell’uso del D.D.R. nell’ambito del dibattimento in aula, essenzialmente riconducibile alla sua funzione di prova (Galatolo 2007), è già stata osservata da Philips (1986) a proposito dell’uso che di questa forma discorsiva fanno i professionisti. In questa ricerca, si procede all’analisi dettagliata di alcune occorrenze di questo fenomeno, tratte da tre testimonianze diverse, ricostruendo dapprima l’importanza processuale dell’elemento rappresentato tramite il D.D.R. e, in un secondo tempo, la funzione di prova svolta dal D.D.R. in relazione alla versione dei fatti che il testimone intende sostenere. Si analizzeranno usi concordanti, a sostegno di una stessa versione dei fatti, ed usi discordanti della rappresentazione di uno “stesso” evento discorsivo tramite il D.D.R. Dall’analisi emerge che testimoni diversi di uno stesso processo, oltre a condividere la valutazione dell’importanza di eventi ed elementi emersi nel corso del dibattimento, condividono la competenza discorsiva che determina la loro comune scelta di rappresentarli utilizzando il D.D.R., dispositivo la cui forza strategica risiede nella sua apparente oggettività. I dati analizzati sono tratti dalle video registrazioni del processo per l’omicidio di Marta Russo, successivamente trascritte utilizzando il sistema di trascrizione approntato da Gail Jefferson.
Renata Galatolo (2008). Stesse scene, stesse parole. Esempi di coerenza nell'uso del discorso riportato in testimonianze diverse.. BARI : Università di Bari.
Stesse scene, stesse parole. Esempi di coerenza nell'uso del discorso riportato in testimonianze diverse.
GALATOLO, RENATA
2008
Abstract
Dal confronto tra deposizioni di testimoni diversi nell’ambito di uno stesso processo è emerso che testimoni diversi rappresentano spesso lo “stesso” evento discorsivo utilizzando lo stesso dispositivo, corrispondente al discorso riportato in forma diretta (d’ora in poi D.D.R.). La relativa stabilità dell’uso del D.D.R. nell’ambito del dibattimento in aula, essenzialmente riconducibile alla sua funzione di prova (Galatolo 2007), è già stata osservata da Philips (1986) a proposito dell’uso che di questa forma discorsiva fanno i professionisti. In questa ricerca, si procede all’analisi dettagliata di alcune occorrenze di questo fenomeno, tratte da tre testimonianze diverse, ricostruendo dapprima l’importanza processuale dell’elemento rappresentato tramite il D.D.R. e, in un secondo tempo, la funzione di prova svolta dal D.D.R. in relazione alla versione dei fatti che il testimone intende sostenere. Si analizzeranno usi concordanti, a sostegno di una stessa versione dei fatti, ed usi discordanti della rappresentazione di uno “stesso” evento discorsivo tramite il D.D.R. Dall’analisi emerge che testimoni diversi di uno stesso processo, oltre a condividere la valutazione dell’importanza di eventi ed elementi emersi nel corso del dibattimento, condividono la competenza discorsiva che determina la loro comune scelta di rappresentarli utilizzando il D.D.R., dispositivo la cui forza strategica risiede nella sua apparente oggettività. I dati analizzati sono tratti dalle video registrazioni del processo per l’omicidio di Marta Russo, successivamente trascritte utilizzando il sistema di trascrizione approntato da Gail Jefferson.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.