L’arco temporale di questo saggio abbraccia un segmento cronologico ancora poco indagato rispetto al lungo percorso intellettuale e professionale di Giancarlo De Carlo, quello che intercorre fra il IX CIAM, che si tenne a Aix-en-Provence nel 1953, e la XIV Triennale di Milano, datata 1968. Nel corso di quei quindici anni tre tematiche, identificabili attraverso altrettanti slogan - socialità dello spazio, innovatività dei modelli insediativi, pluralità dei linguaggi - acquistarono un’indiscussa centralità nel modus operandi di De Carlo. Alla prima delle tre, intesa alla maniera di Georges Perec, ossia di istruzioni per l’uso dello spazio dell’abitare, si collegava la seconda, ossia l’individuazione di modelli insediativi, la cui origine De Carlo individuava nello studio sistematico, in chiave antropologica, dell’habitat. A corollario di queste formulazioni spaziali si poneva, infine, l’instancabile ricerca decarliana verso la pluralità dei linguaggi, una scelta questa, che racchiudeva un’implicita critica nei confronti dell’omologazione progettuale erede dell’international style.
M.Casciato (2007). Habitat: la sfida della multietnicità. ROMA : Gangemi.
Habitat: la sfida della multietnicità
CASCIATO, MARISTELLA
2007
Abstract
L’arco temporale di questo saggio abbraccia un segmento cronologico ancora poco indagato rispetto al lungo percorso intellettuale e professionale di Giancarlo De Carlo, quello che intercorre fra il IX CIAM, che si tenne a Aix-en-Provence nel 1953, e la XIV Triennale di Milano, datata 1968. Nel corso di quei quindici anni tre tematiche, identificabili attraverso altrettanti slogan - socialità dello spazio, innovatività dei modelli insediativi, pluralità dei linguaggi - acquistarono un’indiscussa centralità nel modus operandi di De Carlo. Alla prima delle tre, intesa alla maniera di Georges Perec, ossia di istruzioni per l’uso dello spazio dell’abitare, si collegava la seconda, ossia l’individuazione di modelli insediativi, la cui origine De Carlo individuava nello studio sistematico, in chiave antropologica, dell’habitat. A corollario di queste formulazioni spaziali si poneva, infine, l’instancabile ricerca decarliana verso la pluralità dei linguaggi, una scelta questa, che racchiudeva un’implicita critica nei confronti dell’omologazione progettuale erede dell’international style.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.