Il saggio analizza il ciclo di 20 illustrazioni (una per canto) realizzate dal pittore ferrarese Domenico Mona per il poema epico tassiano che dal 1581 avrebbe avuto fortuna universale col titolo "Gerusalemme liberata." Il ciclo in esame, tuttavia, è sicuramente anteriore all’11 giugno del 1580 (il manoscritto ferrarese che ce le tramanda riporta questa data come momento in cui le venti vignette furono incollate sul codice) e dunque è parso opportuno considerarlo il corredo illustrativo del "Goffredo", secondo il titolo che probabilmente avrebbe usato Tasso stesso se, dopo la revisione romana, non fosse entrato in crisi il suo progetto di pubblicare il poema intorno al 1575-76. Vari indizi interni al ciclo consentono di ipotizzare che il pittore fosse amico intimo di Tasso e spingono anzi a immaginare che il ciclo sia stato concordato con il poeta stesso in vista di un’edizione auspicata, considerata forse imminente e poi abortita. In ben tre casi su venti, infatti, il testo illustrato da Mona è diverso da quello della vulgata perché si basa su fasi compositive attestate nel corso della revisione romana. Si aggiunga che in un gran numero di casi le originalissime scelte dell’illustratore paiono conformi agli equlibri testuali e alle auto-censure attestati dalle cosiddette lettere poetiche del 1575-76.

Domenico Mona illustratore del "Goffredo"

Francesco Ferretti
2018

Abstract

Il saggio analizza il ciclo di 20 illustrazioni (una per canto) realizzate dal pittore ferrarese Domenico Mona per il poema epico tassiano che dal 1581 avrebbe avuto fortuna universale col titolo "Gerusalemme liberata." Il ciclo in esame, tuttavia, è sicuramente anteriore all’11 giugno del 1580 (il manoscritto ferrarese che ce le tramanda riporta questa data come momento in cui le venti vignette furono incollate sul codice) e dunque è parso opportuno considerarlo il corredo illustrativo del "Goffredo", secondo il titolo che probabilmente avrebbe usato Tasso stesso se, dopo la revisione romana, non fosse entrato in crisi il suo progetto di pubblicare il poema intorno al 1575-76. Vari indizi interni al ciclo consentono di ipotizzare che il pittore fosse amico intimo di Tasso e spingono anzi a immaginare che il ciclo sia stato concordato con il poeta stesso in vista di un’edizione auspicata, considerata forse imminente e poi abortita. In ben tre casi su venti, infatti, il testo illustrato da Mona è diverso da quello della vulgata perché si basa su fasi compositive attestate nel corso della revisione romana. Si aggiunga che in un gran numero di casi le originalissime scelte dell’illustratore paiono conformi agli equlibri testuali e alle auto-censure attestati dalle cosiddette lettere poetiche del 1575-76.
2018
Tasso und die bildenden Künste. Dialoge, Spiegelungen, Transformationen
185
215
Francesco Ferretti
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