Il nostro patrimonio artistico-culturale è estremamente vasto e diversificato. Non parliamo solo delle opere custodite in luoghi chiusi (Musei, Teatri, Ville nobiliari, ecc.), ma anche di quelle lapidee che incontriamo ogni giorno nei centri abitati o nei Giardini storici. Pensiamo ai Giardini Vaticani, che custodiscono un elevato numero di manufatti artistici, e poi alle tante Biblioteche come quella Vaticana che, nel 1447 contava 350 codici latini ed alcuni manoscritti greci ed ebraici, per poi arricchirsi fino all'attuale patrimonio librario di valore inestimabile. Se passiamo da Napoli, merita una visita la Biblioteca Nazionale che conserva capolavori dei Borboni e dei Farnese, fra cui 1l Virgilio, splendido esemplare miniato del fondo famesiano; a Ravenna, la Biblioteca Classense è ricca di codici preziosi, rare xilografie e giochi a stampa; spostandosi a Rimini, nella Biblioteca Gambalunga, ci si imbatte nel De civitate Dei scritto e miniato per Pandolfo Malatesta, mentre a Luvigliano in Villa Vescovi o a Imola, in Palazzo Tozzoni, la Biblioteca appare come l'ambiente di lettura di una tipica residenza nobiliare, in grado di far rivivere f intimità domestica con lo scrittoio su cui poggiano un calamaio ed un orologio in bronzo, una lampada in tessuto verde, accanto a una stufetta dorata in terracotta dorata ed un seggiolone in legno e damasco. Innumerevoli luoghi magici ed affascinanti, ricchi di storia e di cultura, che concorrono a rendere l'Italia uno dei Paesi più prestigiosi e famosi al mondo. Ma questo immenso patrimonio va preservato e conservato, applicando tecniche efficaci e, al tempo stesso, non rischiose per il bene artistico e gli operatori. Tra i principali biodeteriogeni dei beni culturali cartacei si annoverano i funghi. Al fine di contrastare il fenomeno di biodeterioramento, negli ultimi anni, nel nostro Paese parallelamente 17 agli studi sviluppati in altri Paesi quali Lituania, Francia, Argentina e cuba, sono iniziati degli studi specifici per testare l'efficacia di sostanze naturali ad azione biocida, quali oli essenziali (OE) ed idrolati (ta), - grado di ostacolarc e o rallentare 1o sviluppo dei biodeteriogeni (Argentino et al., 2016). La lotta contro i biodeteriogeni è spesso strutturata sull'uso di trattamenti biocidi di tipo sostanzialmente chimico/meccanico, a base di molecole altamente tossiche e difficilmente biodegradabili. si cerca, cioè, di arrestare la degradazione causata da microrganismi o organismi, o solo di ritardarla. É-pu.sa, facendo ricorso a sostanze che non interagiscano con i substrati. questi trattamenti, indispensabili per la salvaguardia dell'opera, sono a volte utili anche per preservare la salute Agli operatori dato che alluni funghi, ud .,' quelli presenti negli ambienti chiusi, sono stati associati a molti rischi per la salute. Alcuni sono in grado di indurre, in soggetti defedati, malattie infettive quali le u.p.riil1ori, ma sembra anche siano una delle concause della sindrome dell’edificio malato" sick building syndrome), caratterizzata da un quadro clinico non facilmente riconducibile ad un unico agente causale, o alla "Malattia correlata all'edificio" (Building Relared lllness). ovviamente, la scelta del biocida da utilizzare viene effettuata tenendo conto del "tipo" di biodeteriogeno, del materiale su cui agire e dello stato di conservazione' Negli ultimi anni, al fine di trovare valide alternative ai prodotti di sintesi, è stata avviata una ricerca sullo studio ed utilizzo di prodotti naturali quali soluzioni alternative a quelle chimiche, a minore impatto ambientale, più sicure per la salute umana ed altrettanto efficaci. Tra questi prodotti naturali, gli oE e gli iidrolati sono attualmente oggetto d'interesse nel campo del restauro e àella conservazione dei beni culturali' Gli OE, così come gli Id, sono considerati composti bioattivi di origine vegetale e quindi naturali, questo spiega il sempre maggiore interesse verso le potenzialità in svariati ambiti compreso qrìtto delia conservazione del patrimonio culturale' uno dei problemi pìJ """o.i da risolvere nel campo della conservazione dei documenti grafici è il trattamento preliminare ar restauro per mettere in sicurezza I opera dal punto di vista microbiologico. questo problema è stato primariamente affrontato dal nostro gruppo di ricerca sviluppando uno studio volto a valutare l’efficacia degli idrolati quando integrati nel gel di. gellano (GELYD) per conferirgli un'azione citocida verso i biodeteriogeni dèlla carta (Di Vito et al" 2018)' Successivamente, abbiamo concentrato le ricerche al fine di individuare un metodo atto a prevenire l’aggressione dei biodeteriogeni su opere cartacee conservate in ambienti confinati (Di Yrto et aI.,2018). un recente studio condotto presso la Biblioteca di umanistica dell'Universita ca' Foscari di Venezia ha messo in risalto come in scaffalature compactus adibite a1 .deposito di volumi cartacei siano stati rilevate piu di 120 specie fungine con predominanza dei generi Aspergillus, Penicillium, Cladosporium oltre alla specie Eurotium halophilicum che recentemente ha destato molto interesse tra i ricercatori poiché capace di germinare e svilupparsi preferenzialmente in corrispondenza di micro-ambienti con situazioni di ristagno d'aria (Micheluz, 2016). Lo scopo di questa ulteriore ricerca, condotta in collaborazione con il Museo Diocesano di Imola, è stato quello di indagare l‘azione del GELYD quando posto in ambienti confinati non a diretto contatto con l'opera al fine di valutarne l’azione preventiva verso l'attacco di biodeteriogeni al patrimonio cartaceo.

Di VIto M. (2018). Uso del Gelyd per la conservazione di opere cartacee conservate in teche un ‘nuovo’ modo di difendere il nostro patrimonio.

Uso del Gelyd per la conservazione di opere cartacee conservate in teche un ‘nuovo’ modo di difendere il nostro patrimonio

Di VIto M.
2018

Abstract

Il nostro patrimonio artistico-culturale è estremamente vasto e diversificato. Non parliamo solo delle opere custodite in luoghi chiusi (Musei, Teatri, Ville nobiliari, ecc.), ma anche di quelle lapidee che incontriamo ogni giorno nei centri abitati o nei Giardini storici. Pensiamo ai Giardini Vaticani, che custodiscono un elevato numero di manufatti artistici, e poi alle tante Biblioteche come quella Vaticana che, nel 1447 contava 350 codici latini ed alcuni manoscritti greci ed ebraici, per poi arricchirsi fino all'attuale patrimonio librario di valore inestimabile. Se passiamo da Napoli, merita una visita la Biblioteca Nazionale che conserva capolavori dei Borboni e dei Farnese, fra cui 1l Virgilio, splendido esemplare miniato del fondo famesiano; a Ravenna, la Biblioteca Classense è ricca di codici preziosi, rare xilografie e giochi a stampa; spostandosi a Rimini, nella Biblioteca Gambalunga, ci si imbatte nel De civitate Dei scritto e miniato per Pandolfo Malatesta, mentre a Luvigliano in Villa Vescovi o a Imola, in Palazzo Tozzoni, la Biblioteca appare come l'ambiente di lettura di una tipica residenza nobiliare, in grado di far rivivere f intimità domestica con lo scrittoio su cui poggiano un calamaio ed un orologio in bronzo, una lampada in tessuto verde, accanto a una stufetta dorata in terracotta dorata ed un seggiolone in legno e damasco. Innumerevoli luoghi magici ed affascinanti, ricchi di storia e di cultura, che concorrono a rendere l'Italia uno dei Paesi più prestigiosi e famosi al mondo. Ma questo immenso patrimonio va preservato e conservato, applicando tecniche efficaci e, al tempo stesso, non rischiose per il bene artistico e gli operatori. Tra i principali biodeteriogeni dei beni culturali cartacei si annoverano i funghi. Al fine di contrastare il fenomeno di biodeterioramento, negli ultimi anni, nel nostro Paese parallelamente 17 agli studi sviluppati in altri Paesi quali Lituania, Francia, Argentina e cuba, sono iniziati degli studi specifici per testare l'efficacia di sostanze naturali ad azione biocida, quali oli essenziali (OE) ed idrolati (ta), - grado di ostacolarc e o rallentare 1o sviluppo dei biodeteriogeni (Argentino et al., 2016). La lotta contro i biodeteriogeni è spesso strutturata sull'uso di trattamenti biocidi di tipo sostanzialmente chimico/meccanico, a base di molecole altamente tossiche e difficilmente biodegradabili. si cerca, cioè, di arrestare la degradazione causata da microrganismi o organismi, o solo di ritardarla. É-pu.sa, facendo ricorso a sostanze che non interagiscano con i substrati. questi trattamenti, indispensabili per la salvaguardia dell'opera, sono a volte utili anche per preservare la salute Agli operatori dato che alluni funghi, ud .,' quelli presenti negli ambienti chiusi, sono stati associati a molti rischi per la salute. Alcuni sono in grado di indurre, in soggetti defedati, malattie infettive quali le u.p.riil1ori, ma sembra anche siano una delle concause della sindrome dell’edificio malato" sick building syndrome), caratterizzata da un quadro clinico non facilmente riconducibile ad un unico agente causale, o alla "Malattia correlata all'edificio" (Building Relared lllness). ovviamente, la scelta del biocida da utilizzare viene effettuata tenendo conto del "tipo" di biodeteriogeno, del materiale su cui agire e dello stato di conservazione' Negli ultimi anni, al fine di trovare valide alternative ai prodotti di sintesi, è stata avviata una ricerca sullo studio ed utilizzo di prodotti naturali quali soluzioni alternative a quelle chimiche, a minore impatto ambientale, più sicure per la salute umana ed altrettanto efficaci. Tra questi prodotti naturali, gli oE e gli iidrolati sono attualmente oggetto d'interesse nel campo del restauro e àella conservazione dei beni culturali' Gli OE, così come gli Id, sono considerati composti bioattivi di origine vegetale e quindi naturali, questo spiega il sempre maggiore interesse verso le potenzialità in svariati ambiti compreso qrìtto delia conservazione del patrimonio culturale' uno dei problemi pìJ """o.i da risolvere nel campo della conservazione dei documenti grafici è il trattamento preliminare ar restauro per mettere in sicurezza I opera dal punto di vista microbiologico. questo problema è stato primariamente affrontato dal nostro gruppo di ricerca sviluppando uno studio volto a valutare l’efficacia degli idrolati quando integrati nel gel di. gellano (GELYD) per conferirgli un'azione citocida verso i biodeteriogeni dèlla carta (Di Vito et al" 2018)' Successivamente, abbiamo concentrato le ricerche al fine di individuare un metodo atto a prevenire l’aggressione dei biodeteriogeni su opere cartacee conservate in ambienti confinati (Di Yrto et aI.,2018). un recente studio condotto presso la Biblioteca di umanistica dell'Universita ca' Foscari di Venezia ha messo in risalto come in scaffalature compactus adibite a1 .deposito di volumi cartacei siano stati rilevate piu di 120 specie fungine con predominanza dei generi Aspergillus, Penicillium, Cladosporium oltre alla specie Eurotium halophilicum che recentemente ha destato molto interesse tra i ricercatori poiché capace di germinare e svilupparsi preferenzialmente in corrispondenza di micro-ambienti con situazioni di ristagno d'aria (Micheluz, 2016). Lo scopo di questa ulteriore ricerca, condotta in collaborazione con il Museo Diocesano di Imola, è stato quello di indagare l‘azione del GELYD quando posto in ambienti confinati non a diretto contatto con l'opera al fine di valutarne l’azione preventiva verso l'attacco di biodeteriogeni al patrimonio cartaceo.
2018
Analisi sperimentali comparative sull’utilizzo di idrolati ottenuti dalla distillazione di specie aromatiche (erbacee ed arboree),per la conservazione di Volumi cartacei custoditi nel Museo Diocesano di Imola
17
23
Di VIto M. (2018). Uso del Gelyd per la conservazione di opere cartacee conservate in teche un ‘nuovo’ modo di difendere il nostro patrimonio.
Di VIto M.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/649216
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