Se concettualmente la vulnerabilità, intesa come potenzialità di ferita, sembra contrapporsi ad una tendenziale invulnerabilità, d’altro canto, qualora quest’ultima sia perseguita e prodotta non attraverso l’accettazione dell’universalità del suo incombere e l’allenamento contestualizzato alla resistenza (o, all’ancor più virtuosa resilienza, secondo Martha Fineman) alle ferite dell’ambiente, ma attraverso un isolamento protettivo mirato alla sicurezza, essa sconta il rischio che, una volta che l’azione securizzante abbia oltrepassato un certo limite, appaiano, tra i due capi del filo, punti di imprevista e circolare congiunzione. Come vedremo, tale affermazione risulta di particolare importanza proprio oggi, nel momento in cui il concetto di vulnerabilità sta tornando ad assumere, nel discorso etico-politico-giuridico, un ruolo centrale, sia in relazione a riletture neoliberali, volte a addossarne le responsabilità e le relative conseguenze sul soggetto vulnerabile stesso, sia, al contrario, nelle tesi – frutto, in buona parte, di una rielaborazione dell’etica della cura – di autori come Martha Fineman, Judith Butler, Martha Nussbaum, Catriona MacKenzie, ed altri, che sull’idea di vulnerabilità propongono di rifondare e riorganizzare le politiche liberali, emancipandole da concetti fittizi come quello di una presunta autonomia di fondo dell’uomo.

Il concetto di vulnerabilità e la sua tensione tra colonizzazioni neoliberali e nuovi paradigmi di giustizia.

Annalisa Verza
2018

Abstract

Se concettualmente la vulnerabilità, intesa come potenzialità di ferita, sembra contrapporsi ad una tendenziale invulnerabilità, d’altro canto, qualora quest’ultima sia perseguita e prodotta non attraverso l’accettazione dell’universalità del suo incombere e l’allenamento contestualizzato alla resistenza (o, all’ancor più virtuosa resilienza, secondo Martha Fineman) alle ferite dell’ambiente, ma attraverso un isolamento protettivo mirato alla sicurezza, essa sconta il rischio che, una volta che l’azione securizzante abbia oltrepassato un certo limite, appaiano, tra i due capi del filo, punti di imprevista e circolare congiunzione. Come vedremo, tale affermazione risulta di particolare importanza proprio oggi, nel momento in cui il concetto di vulnerabilità sta tornando ad assumere, nel discorso etico-politico-giuridico, un ruolo centrale, sia in relazione a riletture neoliberali, volte a addossarne le responsabilità e le relative conseguenze sul soggetto vulnerabile stesso, sia, al contrario, nelle tesi – frutto, in buona parte, di una rielaborazione dell’etica della cura – di autori come Martha Fineman, Judith Butler, Martha Nussbaum, Catriona MacKenzie, ed altri, che sull’idea di vulnerabilità propongono di rifondare e riorganizzare le politiche liberali, emancipandole da concetti fittizi come quello di una presunta autonomia di fondo dell’uomo.
2018
Vulnerabilità. Analisi multidisciplinare di un concetto
229
251
Annalisa Verza
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