Ritorno al futuro. Il fattore tempo e i futures studies nell’approccio design driven all’innovazione

Reaching towards the future is a typical feature of modernity that has glorified, idealised, and exaggerated the value of its aspirations without, however, managing to take full advantage of them. As modernity breaks down there is a risk that the very idea of the future could be in crisis, and what is the sense of designing without a future? There are four significant moments in the evolution of the debate on the concepts of futures and anticipation in the modern sciences: 1) the American saga of the Rand Corporation which evolved into the contemporary Institute for the Future; 2) the pioneering phase of the French prospective; 3) the research related to the founding of the Club of Rome and the report it published that triggered a large part of the debate on the distinction between growth and development; and 4) the current European rebirth. This has been a multi- part journey containing phases of renewal and abandonment. The latest phase has revived the term anticipation to indicate the set of interaction theories and practices with a plural concept of futures. Together with this, an international discussion has developed linking design cultures with the investigation into futures studies: two areas that until recently had not interacted. This article presents the roots of this debate and its connections with modernity. In parallel, it reports on a diverse and multidimensional relationship between design and futures supported by the contemporary designer’s awareness of time manipulation as an agent for stimulus and renewal. Finally, through a focus on the concept of time as future to be anticipated and materialized, it explores the points of contact between these disciplines and analyses the tools, processes and practices of Design Driven innovation as applied to products, services and communications.

La tensione verso il futuro è un tratto tipico della modernità, che ne ha glorificato, idealizzato, esasperato il valore, senza però riuscire a sfruttarlo pienamente. Crollando la modernità, c’è il rischio che l’idea stessa di futuro entri in crisi: ma che senso ha progettare senza futuro? Sono quattro i momenti importanti dell’evoluzione del dibattito sull’uso del concetto di futuro e di anticipazione nelle scienze moderne. L’epopea americana della Rand Corporation evoluta poi nell’Institute for the Future, ancora oggi attivo; la fase pionieristica della prospective francese; la ricerca legata alla fondazione del Club di Roma e alla pubblicazione del report che ha innescato gran parte del dibattito sulla distinzione fra crescita e sviluppo; fino all’attuale rinascita europea. Un cammino articolato, fatto di fasi di rinnovamento e di periodi di oblio e abbandono. Contemporaneamente all’ultima fase, che ha portato in auge il termine di “anticipazione” per designare l’insieme delle teorie e delle pratiche di interazione con il concetto plurale dei futuri, si è sviluppata una discussione internazionale che collega le design cultures all’indagine sui futures studies, ambiti fino a quel momento non comunicanti. Nel presente articolo si intendono presentare le radici di questo dibattito e i legami con l’accezione di modernità. Parallelamente viene illustrato un diverso e multidimensionale rapporto tra design e futuri nel progetto contemporaneo, alimentato dalla consapevolezza del progettista di poter manipolare il fattore temporale come agente di stimolo e rinnovamento. Infine, attraverso un focus sul concetto di “tempo come futuro da anticipare e materializzare”, vengono esplorati i punti di contatto tra queste sfere disciplinari e analizzati gli strumenti, i processi e le pratiche propri dell’innovazione design driven applicati al prodotto, al servizio, alla comunicazione.