Il contributo si propone di mostrare l’evoluzione del piacere del male legato alla sfera dell’eros tra il Canzoniere di Petrarca e la Liberata di Tasso. Nella sua scrittura autobiografica, né solo nei Fragmenta, Petrarca esprime di continuo, sotto forma di confessione spirituale, il piacere dell’errore e in particolare dell’errore legato all’amore. Dando luogo a un’ossimorica dolcezza amara, il tema dell’errore cha affascina emerge perlopiù attraverso la rappresentazione di un io diviso tra un’istanza disciplinatrice che esorta alla conversione spirituale e l’affermazione autodistruttiva di un amore peccaminoso, che è fonte di piacere. Tale conflitto è ripreso e sviluppato in forma narrativa da Tasso epico attraverso l’antagonismo tra i “compagni erranti”, attratti dal proprio male, e Goffredo, il quale ha la funzione di ricondurli sotto i “santi segni”, ossia una funzione analoga allo “sparsa anime recolligere fragmenta” petrarchesco. La mia analisi si propone di mettere in rilievo tale continuità, mostrando come l’eros che ammalia i crociati sia rappresentato come una piacevole fonte di autodistruzione morale; e nel contempo di far emergere le novità della riscrittura epica tassiana: l’allargamento della sfera dell’eros fino alla rappresentazione dell’aperta impudicizia e la moltiplicazione di diversi tipi di piacere dell’eros attraverso una moltitudine di personaggi maschili e femminili.
Ferretti, F. (2017). Petrarca e il Tasso o il piacere di errare. Pisa : Pacini.
Petrarca e il Tasso o il piacere di errare
Ferretti, Francesco
2017
Abstract
Il contributo si propone di mostrare l’evoluzione del piacere del male legato alla sfera dell’eros tra il Canzoniere di Petrarca e la Liberata di Tasso. Nella sua scrittura autobiografica, né solo nei Fragmenta, Petrarca esprime di continuo, sotto forma di confessione spirituale, il piacere dell’errore e in particolare dell’errore legato all’amore. Dando luogo a un’ossimorica dolcezza amara, il tema dell’errore cha affascina emerge perlopiù attraverso la rappresentazione di un io diviso tra un’istanza disciplinatrice che esorta alla conversione spirituale e l’affermazione autodistruttiva di un amore peccaminoso, che è fonte di piacere. Tale conflitto è ripreso e sviluppato in forma narrativa da Tasso epico attraverso l’antagonismo tra i “compagni erranti”, attratti dal proprio male, e Goffredo, il quale ha la funzione di ricondurli sotto i “santi segni”, ossia una funzione analoga allo “sparsa anime recolligere fragmenta” petrarchesco. La mia analisi si propone di mettere in rilievo tale continuità, mostrando come l’eros che ammalia i crociati sia rappresentato come una piacevole fonte di autodistruzione morale; e nel contempo di far emergere le novità della riscrittura epica tassiana: l’allargamento della sfera dell’eros fino alla rappresentazione dell’aperta impudicizia e la moltiplicazione di diversi tipi di piacere dell’eros attraverso una moltitudine di personaggi maschili e femminili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


