I lipidi vengono impiegati nella dieta del suino pesante al fine di soddisfare le esigenze energetiche. Tale integrazione può essere effettuata impiegando grassi di origine animale o grassi vegetali come presenti in natura o idrogenati. I grassi animali ad alto punto di fusione (sego) o i grassi idrogenati però risultano generalmente meno digeribili e quindi di minore valore nutritivo, rispetto agli oli vegetali. Per contro gli oli vegetali sono caratterizzati, generalmente, da un elevato tenore in acido linoleico, che se da un lato può determinare un miglioramento del valore nutrizionale della carne del suino, dall’altro determina un peggioramento della conservabilità della carne stessa e del prosciutto in particolare. Per questa ragione i Disciplinari di produzione dei prosciutti DOP (Parma e S. Daniele) pongono un limite severo sia all’origine dei grassi nell’alimentazione del suino sia al contenuto massimo di acido linoleico (2% sulla s.s.) della razione.
A.L. Mordenti, A. Rossi, G. Della Casa (2008). AGGIORNAMENTI SULLA NUTRIZIONE LIPIDICA DEL SUINO PESANTE. PROFESSIONE SUINICOLTORE, 9, 20-31.
AGGIORNAMENTI SULLA NUTRIZIONE LIPIDICA DEL SUINO PESANTE
MORDENTI, ATTILIO;
2008
Abstract
I lipidi vengono impiegati nella dieta del suino pesante al fine di soddisfare le esigenze energetiche. Tale integrazione può essere effettuata impiegando grassi di origine animale o grassi vegetali come presenti in natura o idrogenati. I grassi animali ad alto punto di fusione (sego) o i grassi idrogenati però risultano generalmente meno digeribili e quindi di minore valore nutritivo, rispetto agli oli vegetali. Per contro gli oli vegetali sono caratterizzati, generalmente, da un elevato tenore in acido linoleico, che se da un lato può determinare un miglioramento del valore nutrizionale della carne del suino, dall’altro determina un peggioramento della conservabilità della carne stessa e del prosciutto in particolare. Per questa ragione i Disciplinari di produzione dei prosciutti DOP (Parma e S. Daniele) pongono un limite severo sia all’origine dei grassi nell’alimentazione del suino sia al contenuto massimo di acido linoleico (2% sulla s.s.) della razione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.