ll titolo del mio intervento parafrasa una celebre opera dello studioso di preistoria e di cultura materiale André Leroi-Gourhan.1 Leroi-Gourhan dimostra bene come l’evoluzione dell’uomo sia da individuarsi nella aspecificità del suo adattamento all’ambiente, e nella sua capacità di costruire oggetti meccanici che prolungano e specializzano le azioni corporali. L’evoluzione non si è mai arrestata, sebbene la struttura fisica sia rimasta, dalle prime attestazioni ad oggi, sostanzialmente invariata: essa è stata “esteriorizzata”, cioè si compie fuori dal corpo, negli oggetti che ne costituiscono un’estensione e che lo sostituiscono. E l’uomo non ha “esteriorizzato” soltanto gli organi della tecnicità, ma anche la memoria; tale esteriorizzazione comporta la scrittura e poi l’intelligenza artificiale. La paleontologia di Leroi-Gourhan si colloca nel solco della tradizione di studi sociologici e antropologici francesi, che a partire dagli studi di Émile Durkheim e Marcel Mauss interessa anche, con André Schaeffner, l’indagine sulla musica e sui suoi oggetti, secondo una prospettiva che vede gli strumenti della musica appunto come prolungamenti o sostituzioni del corpo umano; il suono come risultato dapprima secondario, sebbene non involontario, di un gesto di lavoro o di danza: «una danza di oggetti che risuonano indistintamente intorno al corpo, attorno ad un recipiente o al suo interno, lungo il manico o l’asta che li attraversa e che la mano agita, attorno ad uno strumento musicale che resta loro estraneo ma che per il suo scuotimento li mette in vibrazione indirettamente: questa è, assieme alle percussioni immediate del piede sul suolo e della mano sul corpo o su una materia qualsiasi, la prima idea … della musica strumentale. Tale danza … la vediamo lentamente, progressivamente sfuggire all’uomo, poi allo strumento … l’oscillazione quasi invisibile di una corda sfregata o di una colonna d’aria rappresenta il punto estremo di una evoluzione in cui la danza va sfumando».

Il gesto e la musica / N. Staiti. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 7-17. (Intervento presentato al convegno La musica tra conoscere e fare tenutosi a Dipartimento di Musica e Spettacolo, Università di Bologna nel 16-17 maggio 2008).

Il gesto e la musica

STAITI, DOMENICO
2008

Abstract

ll titolo del mio intervento parafrasa una celebre opera dello studioso di preistoria e di cultura materiale André Leroi-Gourhan.1 Leroi-Gourhan dimostra bene come l’evoluzione dell’uomo sia da individuarsi nella aspecificità del suo adattamento all’ambiente, e nella sua capacità di costruire oggetti meccanici che prolungano e specializzano le azioni corporali. L’evoluzione non si è mai arrestata, sebbene la struttura fisica sia rimasta, dalle prime attestazioni ad oggi, sostanzialmente invariata: essa è stata “esteriorizzata”, cioè si compie fuori dal corpo, negli oggetti che ne costituiscono un’estensione e che lo sostituiscono. E l’uomo non ha “esteriorizzato” soltanto gli organi della tecnicità, ma anche la memoria; tale esteriorizzazione comporta la scrittura e poi l’intelligenza artificiale. La paleontologia di Leroi-Gourhan si colloca nel solco della tradizione di studi sociologici e antropologici francesi, che a partire dagli studi di Émile Durkheim e Marcel Mauss interessa anche, con André Schaeffner, l’indagine sulla musica e sui suoi oggetti, secondo una prospettiva che vede gli strumenti della musica appunto come prolungamenti o sostituzioni del corpo umano; il suono come risultato dapprima secondario, sebbene non involontario, di un gesto di lavoro o di danza: «una danza di oggetti che risuonano indistintamente intorno al corpo, attorno ad un recipiente o al suo interno, lungo il manico o l’asta che li attraversa e che la mano agita, attorno ad uno strumento musicale che resta loro estraneo ma che per il suo scuotimento li mette in vibrazione indirettamente: questa è, assieme alle percussioni immediate del piede sul suolo e della mano sul corpo o su una materia qualsiasi, la prima idea … della musica strumentale. Tale danza … la vediamo lentamente, progressivamente sfuggire all’uomo, poi allo strumento … l’oscillazione quasi invisibile di una corda sfregata o di una colonna d’aria rappresenta il punto estremo di una evoluzione in cui la danza va sfumando».
2008
La musica tra conoscere e fare
7
17
Il gesto e la musica / N. Staiti. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 7-17. (Intervento presentato al convegno La musica tra conoscere e fare tenutosi a Dipartimento di Musica e Spettacolo, Università di Bologna nel 16-17 maggio 2008).
N. Staiti
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