La Biblioteca italiana telematica è nata nel 1997 come progetto di ricerca interuniversitario d'interesse nazionale, finalizzato a rendere disponibili i testi della cultura italiana in formato digitale attraverso il lavoro di una ventina di gruppi di ricerca, in diversi settori disciplinari, di quindici università consorziate nel CiBit (Centro interuniversitario Biblioteca italiana telematica), con sede a Pisa. La BIT è una biblioteca digitale di testi della cultura italiana dal Medioevo al Novecento, prevalentemente ma non esclusivamente letterari, "di origine controllata", ossia digitalizzati, codificati e riveduti da équipes specializzate e seguendo precisi criteri filologici, organizzati all'interno di un'architettura biblioteconomica coerente con gli standard bibliografici e catalografici accettati a livello nazionale e internazionale. L'analisi e la sperimentazione degli aspetti biblioteconomici e, più in particolare della struttura catalografica della BIT, sono stati affidati a una delle Unità di ricerca dell'Università di Pisa, coordinata da A. Petrucciani, insieme al compito di contribuire all'acquisizione dei testi con una selezione di opere "classiche" della bibliografia, biblioteconomia e bibliologia italiana dal Settecento alla metà del Novecento. Nella prima fase del progetto, grazie alla collaborazione con l'Istituto di linguistica computazionale del CNR di Pisa, è stato utilizzato il programma DBT (Data base testuale) sviluppato da Eugenio Picchi in versione Applet Java; parallelamente è stato elaborato un programma di conversione automatica della marcatura DBT nella marcatura SGML/TEI. Il sito della Biblioteca italiana telematica è stato consultabile fino all'autunno 2002 con queste modalità all'indirizzo <http://cibit.humnet.unipi.it>; tra il 1997 e il 2002 si è scelto di riconsiderare la struttura della BIT e si è optato per l'abbandono del software DBT e della relativa codifica a favore di un nuovo sito con migliori funzionalità, accessibile da maggio 2003 (<http://dante.di.unipi.it/ricerca/>), e dell'adozione della codifica XML/TEI. Ci si è resi conto, d'altra parte, della necessità di disporre di un moderno e potente sistema di gestione bibliotecaria che utilizzasse un formato standard (UNIMARC) in grado di superare i limiti di un motore di ricerca o di un'applicazione ad hoc, tipiche della maggior parte delle "biblioteche digitali", e coerente con un elemento qualificante del progetto complessivo, l'adozione di standard biblioteconomici riconosciuti

Alberto Petrucciani, L.B. (2004). Un'esperienza di catalogazione di risorse elettroniche: la Biblioteca italiana telematica. BOLLETTINO AIB, 43(3), 301-308.

Un'esperienza di catalogazione di risorse elettroniche: la Biblioteca italiana telematica

Stefano Bolelli Gallevi;
2004

Abstract

La Biblioteca italiana telematica è nata nel 1997 come progetto di ricerca interuniversitario d'interesse nazionale, finalizzato a rendere disponibili i testi della cultura italiana in formato digitale attraverso il lavoro di una ventina di gruppi di ricerca, in diversi settori disciplinari, di quindici università consorziate nel CiBit (Centro interuniversitario Biblioteca italiana telematica), con sede a Pisa. La BIT è una biblioteca digitale di testi della cultura italiana dal Medioevo al Novecento, prevalentemente ma non esclusivamente letterari, "di origine controllata", ossia digitalizzati, codificati e riveduti da équipes specializzate e seguendo precisi criteri filologici, organizzati all'interno di un'architettura biblioteconomica coerente con gli standard bibliografici e catalografici accettati a livello nazionale e internazionale. L'analisi e la sperimentazione degli aspetti biblioteconomici e, più in particolare della struttura catalografica della BIT, sono stati affidati a una delle Unità di ricerca dell'Università di Pisa, coordinata da A. Petrucciani, insieme al compito di contribuire all'acquisizione dei testi con una selezione di opere "classiche" della bibliografia, biblioteconomia e bibliologia italiana dal Settecento alla metà del Novecento. Nella prima fase del progetto, grazie alla collaborazione con l'Istituto di linguistica computazionale del CNR di Pisa, è stato utilizzato il programma DBT (Data base testuale) sviluppato da Eugenio Picchi in versione Applet Java; parallelamente è stato elaborato un programma di conversione automatica della marcatura DBT nella marcatura SGML/TEI. Il sito della Biblioteca italiana telematica è stato consultabile fino all'autunno 2002 con queste modalità all'indirizzo ; tra il 1997 e il 2002 si è scelto di riconsiderare la struttura della BIT e si è optato per l'abbandono del software DBT e della relativa codifica a favore di un nuovo sito con migliori funzionalità, accessibile da maggio 2003 (), e dell'adozione della codifica XML/TEI. Ci si è resi conto, d'altra parte, della necessità di disporre di un moderno e potente sistema di gestione bibliotecaria che utilizzasse un formato standard (UNIMARC) in grado di superare i limiti di un motore di ricerca o di un'applicazione ad hoc, tipiche della maggior parte delle "biblioteche digitali", e coerente con un elemento qualificante del progetto complessivo, l'adozione di standard biblioteconomici riconosciuti
2004
Alberto Petrucciani, L.B. (2004). Un'esperienza di catalogazione di risorse elettroniche: la Biblioteca italiana telematica. BOLLETTINO AIB, 43(3), 301-308.
Alberto Petrucciani, Laura Berni, Stefano Bolelli Gallevi, Simona Turbanti
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