Scopo della relazione è analizzare la persistenza di Madame Bovary – sia come figura letteraria sia come testo narrativo – all’interno di quello che forse è il miglior omaggio reso a Flaubert nel Novecento, il romanzo "Flaubert’s Parrot" ("Il pappagallo di Flaubert") dell’inglese Julian Barnes (1984). Partendo dall’assunto barnesiano secondo cui “è spesso un errore per coloro che amano un libro conoscere l’artista che l’ha creato”, si cerca di scoprire in quale modo lo scrittore britannico tralasci la propria convinzione andando alla ricerca di Flaubert sotto la maschera di un personaggio fittizio, i fatti della cui vita sembrano rimandare e sovrapporsi a quelli della triste esistenza del dottor Charles Bovary, così come la racconta Jean Améry. In continuo gioco di rimandi, specchi, negazioni e riprese tematiche, la figura di Emma Bovary appare unica certezza nel labirinto delle voci, delle epoche e delle rappresentazioni, mentre la sua storia – ripercorsa attraverso quella della di un altro personaggio fittizio, la moglie del narratore, e messa a confronto con quella (romanzata da voce maschile) di una donna realmente esistita, Louise Colet - resta l’unica “Pure story”, la sola vicenda veramente ‘pura’, in una narrazione ibrida, ambigua, spuria.

"Madame Bovary, c'est lui!"Gustave Flaubert, Julian Barnes e l'eterna monotonia della passione / S. Albertazzi. - In: FRANCOFONIA. - ISSN 1121-953X. - STAMPA. - 54:(2008), pp. 127-139. (Intervento presentato al convegno Attualità di "Madame Bovary" e delle "Fleurs du Mal" a 150 anni dalla pubblicazione tenutosi a Bologna nel 15-16 novembre 2007).

"Madame Bovary, c'est lui!"Gustave Flaubert, Julian Barnes e l'eterna monotonia della passione

ALBERTAZZI, SILVIA
2008

Abstract

Scopo della relazione è analizzare la persistenza di Madame Bovary – sia come figura letteraria sia come testo narrativo – all’interno di quello che forse è il miglior omaggio reso a Flaubert nel Novecento, il romanzo "Flaubert’s Parrot" ("Il pappagallo di Flaubert") dell’inglese Julian Barnes (1984). Partendo dall’assunto barnesiano secondo cui “è spesso un errore per coloro che amano un libro conoscere l’artista che l’ha creato”, si cerca di scoprire in quale modo lo scrittore britannico tralasci la propria convinzione andando alla ricerca di Flaubert sotto la maschera di un personaggio fittizio, i fatti della cui vita sembrano rimandare e sovrapporsi a quelli della triste esistenza del dottor Charles Bovary, così come la racconta Jean Améry. In continuo gioco di rimandi, specchi, negazioni e riprese tematiche, la figura di Emma Bovary appare unica certezza nel labirinto delle voci, delle epoche e delle rappresentazioni, mentre la sua storia – ripercorsa attraverso quella della di un altro personaggio fittizio, la moglie del narratore, e messa a confronto con quella (romanzata da voce maschile) di una donna realmente esistita, Louise Colet - resta l’unica “Pure story”, la sola vicenda veramente ‘pura’, in una narrazione ibrida, ambigua, spuria.
2008
127
139
"Madame Bovary, c'est lui!"Gustave Flaubert, Julian Barnes e l'eterna monotonia della passione / S. Albertazzi. - In: FRANCOFONIA. - ISSN 1121-953X. - STAMPA. - 54:(2008), pp. 127-139. (Intervento presentato al convegno Attualità di "Madame Bovary" e delle "Fleurs du Mal" a 150 anni dalla pubblicazione tenutosi a Bologna nel 15-16 novembre 2007).
S. Albertazzi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/63771
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact