La definizione dell’attuale contesto economico con la locuzione “Knowledge economy” spiega quanto la conoscenza sia diventata di fondamentale importanza per la gestione operativa e strategica aziendale. La globalizzazione e il conseguente aumento della concorrenza mondiale, nonché l’avvento delle tecnologie informatiche, hanno determinato l’esigenza di una produzione sempre più differenziata e innovativa da parte delle aziende e queste, per poter sopravvivere nello scenario mondiale, necessitano di informazioni sulle specifiche fonti di valore da loro creato in modo da poter incentrare le strategie al fine di ottenere un vantaggio competitivo. Nasce in questa ottica lo studio sul capitale intellettuale che racchiude l’insieme delle conoscenze di un’azienda e focalizza l’attenzione sugli asset intangibili, indispensabili come base decisionale ma ancora non ben identificati nell’attuale sistema contabile. Affinché le informazioni relative al capitale intellettuale possano essere utilizzate, occorre dunque che vengano individuate dall’azienda che deve inoltre essere in grado di interpretarle e direzionarle nel contesto di una strategia aziendale. Il limite di tale informativa sta proprio nella sua natura immateriale che comporta una certa difficoltà nell’identificare le fonti di creazione di valore e nel quantificare investimenti e risultati attinenti. Un moderno sistema di controllo di gestione che preveda la misurazione delle attività intangibili può rappresentare quindi una grande opportunità che permetterebbe di avere a disposizione informazioni cruciali per lo sviluppo aziendale. Il lavoro espone un tentativo di applicazione della misurazione del capitale intellettuale adottando un approccio monetario e non monetario a confronto per la società America Graffiti Franchising s.r.l.

pasqua rignanese, d.s. (2018). MISURAZIONE DEL CAPITALE INTELLETTUALE: APPROCCIO MONETARIO E NON MONETARIO A UN CASO AZIENDALE. CONTROLLO DI GESTIONE, 15(2), 33-43.

MISURAZIONE DEL CAPITALE INTELLETTUALE: APPROCCIO MONETARIO E NON MONETARIO A UN CASO AZIENDALE

RIGNANESE, PASQUA;daniela sangiorgi;benedetta siboni
2018

Abstract

La definizione dell’attuale contesto economico con la locuzione “Knowledge economy” spiega quanto la conoscenza sia diventata di fondamentale importanza per la gestione operativa e strategica aziendale. La globalizzazione e il conseguente aumento della concorrenza mondiale, nonché l’avvento delle tecnologie informatiche, hanno determinato l’esigenza di una produzione sempre più differenziata e innovativa da parte delle aziende e queste, per poter sopravvivere nello scenario mondiale, necessitano di informazioni sulle specifiche fonti di valore da loro creato in modo da poter incentrare le strategie al fine di ottenere un vantaggio competitivo. Nasce in questa ottica lo studio sul capitale intellettuale che racchiude l’insieme delle conoscenze di un’azienda e focalizza l’attenzione sugli asset intangibili, indispensabili come base decisionale ma ancora non ben identificati nell’attuale sistema contabile. Affinché le informazioni relative al capitale intellettuale possano essere utilizzate, occorre dunque che vengano individuate dall’azienda che deve inoltre essere in grado di interpretarle e direzionarle nel contesto di una strategia aziendale. Il limite di tale informativa sta proprio nella sua natura immateriale che comporta una certa difficoltà nell’identificare le fonti di creazione di valore e nel quantificare investimenti e risultati attinenti. Un moderno sistema di controllo di gestione che preveda la misurazione delle attività intangibili può rappresentare quindi una grande opportunità che permetterebbe di avere a disposizione informazioni cruciali per lo sviluppo aziendale. Il lavoro espone un tentativo di applicazione della misurazione del capitale intellettuale adottando un approccio monetario e non monetario a confronto per la società America Graffiti Franchising s.r.l.
2018
pasqua rignanese, d.s. (2018). MISURAZIONE DEL CAPITALE INTELLETTUALE: APPROCCIO MONETARIO E NON MONETARIO A UN CASO AZIENDALE. CONTROLLO DI GESTIONE, 15(2), 33-43.
pasqua rignanese, daniela sangiorgi, benedetta siboni
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