Nella famiglia eterosessuale, si possono avere i ‘fratelli coltelli’, ‘parenti serpenti’, ‘cugini assassini’, la crudele nomenclatura italiana della parentela; si possono prendere in antipatia il marito della sorella o la moglie del cugino; si può disapprovare un matrimonio o, addirittura, disconoscere e diseredare un figlio o un nipote, ma non è possibile mettere in discussione la bontà dell’evento naturale della sua na-scita. Invece, per le famiglie composte da due genitori dello stesso sesso, sembra si possa coniare l’adagio ‘genitori omosessuali, genitori innaturali’. Il problema è nella natura non della persona ma del legame; il problema è nel genere non della persona ma della famiglia. La famiglia omogenitoriale, a differenza di quella eterogenitoriale, offre a chi vi si trova legato per la nascita del figlio, nuove moda-lità di connessione parentale indubbiamente originali e che possono essere giudicate come contra natu-ram. Questa è la sfida che pone la famiglia omogenitoriale: il dono o la vergogna di farne parte. Attra-verso le storie di ventitré famiglie composte da due mamme o da due papà, l’articolo proverà a mostra-re alcune modalità con cui questa sfida viene lanciata e accettata (allora è un dono) o rifiutata (allora è una vergogna).

Guizzardi L. (In stampa/Attività in corso). "Dopo dieci anni, due matrimoni, all'estero e qua in Italia, due figli, ce l'abbiamo fatta!". La lunga strada per diventare una famiglia (come le altre). VOCI, XV, 1-18.

"Dopo dieci anni, due matrimoni, all'estero e qua in Italia, due figli, ce l'abbiamo fatta!". La lunga strada per diventare una famiglia (come le altre)

Guizzardi L.
In corso di stampa

Abstract

Nella famiglia eterosessuale, si possono avere i ‘fratelli coltelli’, ‘parenti serpenti’, ‘cugini assassini’, la crudele nomenclatura italiana della parentela; si possono prendere in antipatia il marito della sorella o la moglie del cugino; si può disapprovare un matrimonio o, addirittura, disconoscere e diseredare un figlio o un nipote, ma non è possibile mettere in discussione la bontà dell’evento naturale della sua na-scita. Invece, per le famiglie composte da due genitori dello stesso sesso, sembra si possa coniare l’adagio ‘genitori omosessuali, genitori innaturali’. Il problema è nella natura non della persona ma del legame; il problema è nel genere non della persona ma della famiglia. La famiglia omogenitoriale, a differenza di quella eterogenitoriale, offre a chi vi si trova legato per la nascita del figlio, nuove moda-lità di connessione parentale indubbiamente originali e che possono essere giudicate come contra natu-ram. Questa è la sfida che pone la famiglia omogenitoriale: il dono o la vergogna di farne parte. Attra-verso le storie di ventitré famiglie composte da due mamme o da due papà, l’articolo proverà a mostra-re alcune modalità con cui questa sfida viene lanciata e accettata (allora è un dono) o rifiutata (allora è una vergogna).
In corso di stampa
Guizzardi L. (In stampa/Attività in corso). "Dopo dieci anni, due matrimoni, all'estero e qua in Italia, due figli, ce l'abbiamo fatta!". La lunga strada per diventare una famiglia (come le altre). VOCI, XV, 1-18.
Guizzardi L.
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