L'articolo presenta l'edizione critica di una iscrizione greca di età imperiale su cippo ottagonale ritrovata a Karkemish, al confine turco-siriano, dalla Missione Archeologica Turco-Italiana delle Università di Bologna, Istanbul e Gaziantep diretta da Nicolò Marchetti. Il cippo, originariamente rinvenuto all’inizio del secolo scorso dalla Missione Archeologica Inglese promossa dal British Museum in circostanze non riportate nei rapporti di scavo, era stato collocato all’interno della Expedition House, la casa costruita nel 1912 dal direttore degli scavi Charles Leonard Woolley e da Thomas Edward Lawrence, assistente e fotografo della spedizione. L'iscrizione fu pubblicata nel 1929, sulla base del solo incerto apografo del Padre gesuita Joannès Gransault, da René Mouterde (IGLSyr. I.133). Riscoperta nel corso della campagna di scavo del 2014, che ha completamente indagato la Expedition House, l'iscrizione è ora edita sulla base delle fotografie ad alta risoluzione messe a disposizione dalla Missione Turco-Italiana. La rilevanza del cippo ha a che fare con l’identificazione del toponimo dell’insediamento antico sovrappostosi, dopo la dominazione persiana, a quello di Karkemish. Si tratta di una dedica votiva su sei linee posta ad Apollo da un individuo, il cui nome proprio è indecifrabile, che si qualifica attraverso la formula tipica con due etnici, legati da ὁ καί, facendo riferimento al possesso della cosiddetta cittadinanza multipla: quella originaria, enunciata per prima, che si propone cautamente di leggere come cittadinanza della città di Ilio, e quella acquisita, enunciata per seconda, della città di Europos. Benché sia attestata la pratica epigrafica di personaggi che si qualificano con due o più etnici in un luogo che nulla ha a che fare con alcuna delle cittadinanze possedute (come avviene di frequente in età imperiale ad esempio per gli atleti) e per quanto, nel caso in esame, non si possa escludere la circostanza di un individuo che si identifica con una duplice cittadinanza in una località totalmente straniera, è altresì possibile, anche se non necessariamente cogente, che la seconda cittadinanza ‘di Europos’ esplicitamente enunciata coincidesse con la località in cui la dedica era stata posta dal dedicante, ovvero Karkemish, il cui toponimo ‘classico’ verrebbe così ad essere confermato come ‘Europos'.

Alice Bencivenni (2018). Il cippo ottagonale di Karkemish. ZEITSCHRIFT FÜR PAPYROLOGIE UND EPIGRAPHIK, 206, 121-130.

Il cippo ottagonale di Karkemish

Alice Bencivenni
2018

Abstract

L'articolo presenta l'edizione critica di una iscrizione greca di età imperiale su cippo ottagonale ritrovata a Karkemish, al confine turco-siriano, dalla Missione Archeologica Turco-Italiana delle Università di Bologna, Istanbul e Gaziantep diretta da Nicolò Marchetti. Il cippo, originariamente rinvenuto all’inizio del secolo scorso dalla Missione Archeologica Inglese promossa dal British Museum in circostanze non riportate nei rapporti di scavo, era stato collocato all’interno della Expedition House, la casa costruita nel 1912 dal direttore degli scavi Charles Leonard Woolley e da Thomas Edward Lawrence, assistente e fotografo della spedizione. L'iscrizione fu pubblicata nel 1929, sulla base del solo incerto apografo del Padre gesuita Joannès Gransault, da René Mouterde (IGLSyr. I.133). Riscoperta nel corso della campagna di scavo del 2014, che ha completamente indagato la Expedition House, l'iscrizione è ora edita sulla base delle fotografie ad alta risoluzione messe a disposizione dalla Missione Turco-Italiana. La rilevanza del cippo ha a che fare con l’identificazione del toponimo dell’insediamento antico sovrappostosi, dopo la dominazione persiana, a quello di Karkemish. Si tratta di una dedica votiva su sei linee posta ad Apollo da un individuo, il cui nome proprio è indecifrabile, che si qualifica attraverso la formula tipica con due etnici, legati da ὁ καί, facendo riferimento al possesso della cosiddetta cittadinanza multipla: quella originaria, enunciata per prima, che si propone cautamente di leggere come cittadinanza della città di Ilio, e quella acquisita, enunciata per seconda, della città di Europos. Benché sia attestata la pratica epigrafica di personaggi che si qualificano con due o più etnici in un luogo che nulla ha a che fare con alcuna delle cittadinanze possedute (come avviene di frequente in età imperiale ad esempio per gli atleti) e per quanto, nel caso in esame, non si possa escludere la circostanza di un individuo che si identifica con una duplice cittadinanza in una località totalmente straniera, è altresì possibile, anche se non necessariamente cogente, che la seconda cittadinanza ‘di Europos’ esplicitamente enunciata coincidesse con la località in cui la dedica era stata posta dal dedicante, ovvero Karkemish, il cui toponimo ‘classico’ verrebbe così ad essere confermato come ‘Europos'.
2018
Alice Bencivenni (2018). Il cippo ottagonale di Karkemish. ZEITSCHRIFT FÜR PAPYROLOGIE UND EPIGRAPHIK, 206, 121-130.
Alice Bencivenni
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