Il benessere animale si è affermato, negli ultimi decenni, in maniera sempre maggiore come tematica importante nel contesto della politica internazionale e, a trenta anni dall’emanazione del primo atto normativo in materia (Convenzione di Strasburgo sulla protezione degli animali negli allevamenti del 1976), si presenta attualmente come una tematica complessa e ricca di molteplici sfaccettature. Vi è un aspetto etico, legato all’opinione pubblica: il consumatore europeo richiede a gran voce che si tuteli l’animale lungo tutta la filiera produttiva, dalla fase di allevamento a quella di trasporto, sino alle operazioni di macellazione; dai rapporti dell’Eurobarometro emerge che gli allevatori sono considerati i primi attori responsabili di una produzione “animal friendly” ed è a loro che i cittadini europei imputano in via principale il compito di garantire il benessere animale. Vi è l’aspetto economico-commerciale: considerando che le differenze suscettibili di comportare distorsioni nelle condizioni di concorrenza hanno un’incidenza sul corretto funzionamento dell’organizzazione del mercato comune degli animali e dei prodotti da essi derivati, è apparso indispensabile stabilire norme minime comuni per la loro protezione, allo scopo di garantire un razionale sviluppo della produzione. Significativamente l’UE da tempo insiste affinché il benessere degli animali sia inserito dal WTO come questione di legittimo interesse. Anche se fino ad oggi non si è arrivati ad alcun accordo in tal senso, è comunque da rilevare come il benessere animale sia stato inserito come area di interesse anche dall’OIE. Vi è inoltre una stretta correlazione tra il benessere animale e l’aspetto igienico-sanitario delle produzioni animali: buone condizioni di benessere sono infatti ritenute essenziali per mantenere alto lo stato sanitario degli animali e quindi garantire prodotti alimentari sani e sicuri. In merito a questo aspetto, le norme in vigore nell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare note come “pacchetto igiene” riaffermano come il benessere animale rappresenti un fattore indispensabile al raggiungimento degli obiettivi della nuova legislazione alimentare. La rinnovata attenzione che a livello comunitario è stata rivolta al benessere animale con il Trattato di Amsterdam (1997), col quale si riconoscono gli animali come esseri senzienti e si pone di conseguenza l’obbligo per le Istituzioni comunitarie e gli Stati membri a prestare la massima attenzione a tale aspetto, ha trovato concreta applicazione nella riforma della PAC del 2003. A seguito di tale riforma il benessere animale è diventato un requisito fondamentale che gli agricoltori devono rispettare per avere diritto agli aiuti ed agli incentivi agricoli. Gli agricoltori, infatti, sono oggi tenuti a rispettare determinate norme in materia di tutela ambientale, sicurezza alimentare, buone condizioni agronomiche ed ambientali, benessere e salute degli animali. Se tali requisiti fondamentali non sono rispettati, gli Stati membri possono revocare, interamente o parzialmente, gli aiuti diretti (insieme di requisiti noto come «condizionalità»). Il nesso tra PAC e benessere animale non si esaurisce tuttavia in quest’ottica, giacchè anche nell’ambito del c.d. secondo pilastro della PAC (Sviluppo Rurale) agli agricoltori vengono riservati incentivi affinché curino maggiormente questi aspetti, andando oltre il rispetto dei requisiti minimi fissati dalla normativa. Dal momento che il rispetto delle norme comporta vantaggi per l’intera società ma può comportare costi notevoli per gli agricoltori, è stato istituito un sostegno finanziario per aiutarli a migliora6 re questo aspetto della loro attività. In questo contesto si inserisce il presente lavoro, il quale si propone come strumento utile per evidenziare carenze, insufficienze e non conformità rispetto alle norme comunitarie in materia di benessere animale nell’allevamento bovino, suino ed avicolo. Inoltre una valutazione condivisa dai ...
Peli A., Scagliarini L., Bonicelli F., Diegoli G., Nocera L., Loli Piccolomini L. (2008). Linee guida per la valutazione del benessere animale nell’allevamento bovino, suino ed avicolo secondo gli standard comunitari guidelines for assesing animal welfare in bovine, swine, and poultry farming according to EU standards. ROMA : Ideamorphosy s.r.l..
Linee guida per la valutazione del benessere animale nell’allevamento bovino, suino ed avicolo secondo gli standard comunitari guidelines for assesing animal welfare in bovine, swine, and poultry farming according to EU standards
PELI, ANGELO;SCAGLIARINI, LORENZO;
2008
Abstract
Il benessere animale si è affermato, negli ultimi decenni, in maniera sempre maggiore come tematica importante nel contesto della politica internazionale e, a trenta anni dall’emanazione del primo atto normativo in materia (Convenzione di Strasburgo sulla protezione degli animali negli allevamenti del 1976), si presenta attualmente come una tematica complessa e ricca di molteplici sfaccettature. Vi è un aspetto etico, legato all’opinione pubblica: il consumatore europeo richiede a gran voce che si tuteli l’animale lungo tutta la filiera produttiva, dalla fase di allevamento a quella di trasporto, sino alle operazioni di macellazione; dai rapporti dell’Eurobarometro emerge che gli allevatori sono considerati i primi attori responsabili di una produzione “animal friendly” ed è a loro che i cittadini europei imputano in via principale il compito di garantire il benessere animale. Vi è l’aspetto economico-commerciale: considerando che le differenze suscettibili di comportare distorsioni nelle condizioni di concorrenza hanno un’incidenza sul corretto funzionamento dell’organizzazione del mercato comune degli animali e dei prodotti da essi derivati, è apparso indispensabile stabilire norme minime comuni per la loro protezione, allo scopo di garantire un razionale sviluppo della produzione. Significativamente l’UE da tempo insiste affinché il benessere degli animali sia inserito dal WTO come questione di legittimo interesse. Anche se fino ad oggi non si è arrivati ad alcun accordo in tal senso, è comunque da rilevare come il benessere animale sia stato inserito come area di interesse anche dall’OIE. Vi è inoltre una stretta correlazione tra il benessere animale e l’aspetto igienico-sanitario delle produzioni animali: buone condizioni di benessere sono infatti ritenute essenziali per mantenere alto lo stato sanitario degli animali e quindi garantire prodotti alimentari sani e sicuri. In merito a questo aspetto, le norme in vigore nell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare note come “pacchetto igiene” riaffermano come il benessere animale rappresenti un fattore indispensabile al raggiungimento degli obiettivi della nuova legislazione alimentare. La rinnovata attenzione che a livello comunitario è stata rivolta al benessere animale con il Trattato di Amsterdam (1997), col quale si riconoscono gli animali come esseri senzienti e si pone di conseguenza l’obbligo per le Istituzioni comunitarie e gli Stati membri a prestare la massima attenzione a tale aspetto, ha trovato concreta applicazione nella riforma della PAC del 2003. A seguito di tale riforma il benessere animale è diventato un requisito fondamentale che gli agricoltori devono rispettare per avere diritto agli aiuti ed agli incentivi agricoli. Gli agricoltori, infatti, sono oggi tenuti a rispettare determinate norme in materia di tutela ambientale, sicurezza alimentare, buone condizioni agronomiche ed ambientali, benessere e salute degli animali. Se tali requisiti fondamentali non sono rispettati, gli Stati membri possono revocare, interamente o parzialmente, gli aiuti diretti (insieme di requisiti noto come «condizionalità»). Il nesso tra PAC e benessere animale non si esaurisce tuttavia in quest’ottica, giacchè anche nell’ambito del c.d. secondo pilastro della PAC (Sviluppo Rurale) agli agricoltori vengono riservati incentivi affinché curino maggiormente questi aspetti, andando oltre il rispetto dei requisiti minimi fissati dalla normativa. Dal momento che il rispetto delle norme comporta vantaggi per l’intera società ma può comportare costi notevoli per gli agricoltori, è stato istituito un sostegno finanziario per aiutarli a migliora6 re questo aspetto della loro attività. In questo contesto si inserisce il presente lavoro, il quale si propone come strumento utile per evidenziare carenze, insufficienze e non conformità rispetto alle norme comunitarie in materia di benessere animale nell’allevamento bovino, suino ed avicolo. Inoltre una valutazione condivisa dai ...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.