Le aree di dissesto idrogeologico coprono circa il 7% del territorio italiano, in particolare la Regione Emilia Roma- gna risulta essere una delle tre regioni a più alto tasso di dissesto in quanto oltre il 20% del territorio collinare e montano è interessato da accumuli di frane attive o quiescenti (dati progetto nazionale IFFI, Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia). In tale contesto un corretto ed efficace monitoraggio di questi fenomeni da parte dei diversi Enti preposti risulta essere un’attività sempre più importante e necessaria sia per i settori inerenti alla pro- tezione civile, che per quelli riguardanti la pianificazione. Le moderne tecniche di monitoraggio possono fornire ri- sultati molto interessanti per il controllo di tutte le defor- mazioni che avvengono all’interno di un’area in dissesto. Tali informazioni possono essere facilmente integrate con quelle dedotte utilizzando le tecniche più classiche come ad esempio estensimetri e/o i rilievi topografici, e/o correlate con altri tipi di rilievo, come ad esempio le misure eseguite utilizzando pluviometri o piezometri. Nella prima parte del lavoro sono descritte brevemente le principali caratteristiche delle metodologie di moni- toraggio geofisico satellitare, aeree e terrestri. In parti- colare, sono descritte le diverse modalità di rilievo che possono essere eseguite utilizzando la metodologia GNSS e le precisioni raggiungibili. Di seguito è descrit- ta un’interessante applicazione in relazione alla grande frana di Patigno, un’area di dissesto idrogeologico tipica dell’Appennino settentrionale ubicata nel comune di Zeri in provincia di Massa Carrara (Fig.1).

Analisi della serie temporale della stazione CGPS sulla Grande Frana di Patigno

Cenni N.
;
Dal Forno G.;DURANTE, PAOLO
2011

Abstract

Le aree di dissesto idrogeologico coprono circa il 7% del territorio italiano, in particolare la Regione Emilia Roma- gna risulta essere una delle tre regioni a più alto tasso di dissesto in quanto oltre il 20% del territorio collinare e montano è interessato da accumuli di frane attive o quiescenti (dati progetto nazionale IFFI, Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia). In tale contesto un corretto ed efficace monitoraggio di questi fenomeni da parte dei diversi Enti preposti risulta essere un’attività sempre più importante e necessaria sia per i settori inerenti alla pro- tezione civile, che per quelli riguardanti la pianificazione. Le moderne tecniche di monitoraggio possono fornire ri- sultati molto interessanti per il controllo di tutte le defor- mazioni che avvengono all’interno di un’area in dissesto. Tali informazioni possono essere facilmente integrate con quelle dedotte utilizzando le tecniche più classiche come ad esempio estensimetri e/o i rilievi topografici, e/o correlate con altri tipi di rilievo, come ad esempio le misure eseguite utilizzando pluviometri o piezometri. Nella prima parte del lavoro sono descritte brevemente le principali caratteristiche delle metodologie di moni- toraggio geofisico satellitare, aeree e terrestri. In parti- colare, sono descritte le diverse modalità di rilievo che possono essere eseguite utilizzando la metodologia GNSS e le precisioni raggiungibili. Di seguito è descrit- ta un’interessante applicazione in relazione alla grande frana di Patigno, un’area di dissesto idrogeologico tipica dell’Appennino settentrionale ubicata nel comune di Zeri in provincia di Massa Carrara (Fig.1).
2011
Cenni N., Dal Forno G., Durante P.
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