Il saggio ricostruisce i rapporti di collaborazione e intenso confronto tra Ennio Morlotti, Giovanni Testori e Francesco Arcangelo nei primi anni del secondo dopoguerra, quando la pittura “informale” comincia a farsi spazio anche in Italia. L'analisi dell'esperienza artistica di Morlotti attraverso le interpretazioni critiche di Arcangeli e Testori risulta fondamentale per delineare il dibattito tra realismo e astrattismo sulla possibilità di rappresentazione della figura umana che sfocia – passando attraverso la scomposizione cubista di Picasso e le dense pennellate di Cézanne – nell'ampia gamma dell'arte “informel” italiana. In particolare i due critici d'arte hanno sostenuto, in prospettive diverse, la validità la corrente del “naturalismo informale”, caratterizzata da un rinnovato rapporto con la natura a partire da una matrice “romantica” e sentimentale. I loro studi sull'opera di Morlotti e degli “ultimi naturalisti” forniscono un punto di partenza fondamentale per analizzare gli sviluppi dell'estetica “informel” sia in campo artistico che letterario. Si possono rintracciare notevoli corrispondenze tra le figure “informali” dipinte da Morlotti negli anni '50 e i corpi dei personaggi descritti da Testori nel ciclo “I segreti di Milano” (1954-1962). Tali rapporti sono avvalorati anche dalla triangolazione della corrispondenza tra il critico d'arte bolognese e i due autori lombardi, conservata nell'archivio “Arcangeli” presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna.

Una “triangolazione” informale: Morlotti, Testori, Arcangeli

filippo milani
2017

Abstract

Il saggio ricostruisce i rapporti di collaborazione e intenso confronto tra Ennio Morlotti, Giovanni Testori e Francesco Arcangelo nei primi anni del secondo dopoguerra, quando la pittura “informale” comincia a farsi spazio anche in Italia. L'analisi dell'esperienza artistica di Morlotti attraverso le interpretazioni critiche di Arcangeli e Testori risulta fondamentale per delineare il dibattito tra realismo e astrattismo sulla possibilità di rappresentazione della figura umana che sfocia – passando attraverso la scomposizione cubista di Picasso e le dense pennellate di Cézanne – nell'ampia gamma dell'arte “informel” italiana. In particolare i due critici d'arte hanno sostenuto, in prospettive diverse, la validità la corrente del “naturalismo informale”, caratterizzata da un rinnovato rapporto con la natura a partire da una matrice “romantica” e sentimentale. I loro studi sull'opera di Morlotti e degli “ultimi naturalisti” forniscono un punto di partenza fondamentale per analizzare gli sviluppi dell'estetica “informel” sia in campo artistico che letterario. Si possono rintracciare notevoli corrispondenze tra le figure “informali” dipinte da Morlotti negli anni '50 e i corpi dei personaggi descritti da Testori nel ciclo “I segreti di Milano” (1954-1962). Tali rapporti sono avvalorati anche dalla triangolazione della corrispondenza tra il critico d'arte bolognese e i due autori lombardi, conservata nell'archivio “Arcangeli” presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna.
2017
filippo milani
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