Ho ridisegnato, attraverso scritti e testimonianze, il percorso complesso, non privo di contraddizioni e contrastanti valutazioni, che spinse Simone Weil in più occasioni a confrontare il proprio pensiero con la realtà della guerra mediante la partecipazione diretta col proprio corpo e preferibilmente in prima linea. Fervente pacifista radicale, Simone Weil nel denunciare l’Hitlerismo fin dal 1932 – analizzando le grandi responsabilità storiche della cultura occidentale a partire dal culto romano-giudaico della forza di cui Hitler, attraverso le varie figure dittatoriali europee e in particolare francesi fino a Napoleone, non sarebbe che un esito conseguente e non il peggiore – pensa che si debba evitare una guerra mondiale mediante soluzioni diplomatiche. Nel 1936 partecipa poi alla guerra civile di Spagna nella colonna Durruti. Accusa severamente il proprio pacifismo riconoscendolo come il «meccanismo indiretto di un crimine», la «colpa di negligenza criminale verso la patria», pacifismo integrale e tenacemente espresso fino al giorno in cui la Germania ha occupato la Cecoslovacchia. Nel 1942 s’imbarca per gli Stati Uniti da cui potrà raggiungere Londra e presentare a De Gaule il suo progetto di prima linea.

Simone Weil e la guerra: lettura della posterità / A. Marchetti. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 261-269. (Intervento presentato al convegno Conflitti: strategie di rappresentazione della guerra nella cultura postmoderna tenutosi a Bologna nel 5-7 ottobre 2006).

Simone Weil e la guerra: lettura della posterità

MARCHETTI, ADRIANO
2008

Abstract

Ho ridisegnato, attraverso scritti e testimonianze, il percorso complesso, non privo di contraddizioni e contrastanti valutazioni, che spinse Simone Weil in più occasioni a confrontare il proprio pensiero con la realtà della guerra mediante la partecipazione diretta col proprio corpo e preferibilmente in prima linea. Fervente pacifista radicale, Simone Weil nel denunciare l’Hitlerismo fin dal 1932 – analizzando le grandi responsabilità storiche della cultura occidentale a partire dal culto romano-giudaico della forza di cui Hitler, attraverso le varie figure dittatoriali europee e in particolare francesi fino a Napoleone, non sarebbe che un esito conseguente e non il peggiore – pensa che si debba evitare una guerra mondiale mediante soluzioni diplomatiche. Nel 1936 partecipa poi alla guerra civile di Spagna nella colonna Durruti. Accusa severamente il proprio pacifismo riconoscendolo come il «meccanismo indiretto di un crimine», la «colpa di negligenza criminale verso la patria», pacifismo integrale e tenacemente espresso fino al giorno in cui la Germania ha occupato la Cecoslovacchia. Nel 1942 s’imbarca per gli Stati Uniti da cui potrà raggiungere Londra e presentare a De Gaule il suo progetto di prima linea.
2008
Conflitti. Strategie di rappresentazione della guerra nella cultura contemporanea
261
269
Simone Weil e la guerra: lettura della posterità / A. Marchetti. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 261-269. (Intervento presentato al convegno Conflitti: strategie di rappresentazione della guerra nella cultura postmoderna tenutosi a Bologna nel 5-7 ottobre 2006).
A. Marchetti
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