L’articolo verte sull’ampio utilizzo di pun e altri giochi di parole nella lingua inglese in una vasta gamma di tipologie testuali e sulla loro traduzione interlinguistica. Partendo dal presupposto che la lingua inglese, ricca di termini monosillabici, sia particolarmente favorevole alla creazione di questi giochi verbali, cui si unisce la tradizionale passione, soprattutto britannica, per tali espedienti linguistici, il contributo si propone di esplorare la situazione in cui pun e giochi di parole siano chiamati a valicare i confini linguistico-culturali e a essere tradotti per nuovi pubblici e in nuovi contesti. Collocandosi nell’area dei Translation Studies, l’articolo affronta il fenomeno da un punto di vista teorico e pratico. In una prima parte teorica, viene delimitato il campo d’indagine in una prospettiva linguistica e traduttiva. Dopo una breve rassegna sullo studio della traduzione di pun e giochi di parole nell’ambito dei Translation Studies, averne introdotto alcune definizioni e descritto i meccanismi linguistici più ricorrenti, si passa a considerarli in ottica traduttiva, soffermandosi dapprima sulla nozione di (in)traducibilità, per poi procedere con l’illustrazione delle possibili strategie impiegate per rendere tali giochi verbali in un testo di arrivo (Delabastita 1993, 2004), attraverso alcuni esempi autentici appartenenti a varie tipologie testuali. La sezione teorica termina con alcuni suggerimenti operativi (Low 2011) che si prestano a essere sfruttati anche in chiave didattica. In una seconda parte più pratica, l’articolo offre l’analisi di esempi concreti di traduzione dall’inglese all’italiano, attingendo dal mondo editoriale, audiovisivo e giornalistico contemporaneo e dall’esperienza di insegnamento di teoria e pratica della traduzione a livello universitario. Mediante la presentazione di esempi autentici estrapolati da un testo letterario per l’infanzia, da una sitcom rivolta a un giovane pubblico e da un articolo di rivista divulgativa, il contributo cerca di dimostrare come nella pratica di traduzione, attraverso un concetto teorico di equivalenza funzionale, tradurre pun e giochi di parole sia non solo possibile, ma anche auspicabile e gratificante, per l’autore del prodotto traduttivo e per il suo destinatario.

Per non restare a bocca asciutta. Tradurre pun e giochi di parole in testi letterari, audiovisivi e giornalistici: dalla teoria alla pratica

MARINA MANFREDI
2017

Abstract

L’articolo verte sull’ampio utilizzo di pun e altri giochi di parole nella lingua inglese in una vasta gamma di tipologie testuali e sulla loro traduzione interlinguistica. Partendo dal presupposto che la lingua inglese, ricca di termini monosillabici, sia particolarmente favorevole alla creazione di questi giochi verbali, cui si unisce la tradizionale passione, soprattutto britannica, per tali espedienti linguistici, il contributo si propone di esplorare la situazione in cui pun e giochi di parole siano chiamati a valicare i confini linguistico-culturali e a essere tradotti per nuovi pubblici e in nuovi contesti. Collocandosi nell’area dei Translation Studies, l’articolo affronta il fenomeno da un punto di vista teorico e pratico. In una prima parte teorica, viene delimitato il campo d’indagine in una prospettiva linguistica e traduttiva. Dopo una breve rassegna sullo studio della traduzione di pun e giochi di parole nell’ambito dei Translation Studies, averne introdotto alcune definizioni e descritto i meccanismi linguistici più ricorrenti, si passa a considerarli in ottica traduttiva, soffermandosi dapprima sulla nozione di (in)traducibilità, per poi procedere con l’illustrazione delle possibili strategie impiegate per rendere tali giochi verbali in un testo di arrivo (Delabastita 1993, 2004), attraverso alcuni esempi autentici appartenenti a varie tipologie testuali. La sezione teorica termina con alcuni suggerimenti operativi (Low 2011) che si prestano a essere sfruttati anche in chiave didattica. In una seconda parte più pratica, l’articolo offre l’analisi di esempi concreti di traduzione dall’inglese all’italiano, attingendo dal mondo editoriale, audiovisivo e giornalistico contemporaneo e dall’esperienza di insegnamento di teoria e pratica della traduzione a livello universitario. Mediante la presentazione di esempi autentici estrapolati da un testo letterario per l’infanzia, da una sitcom rivolta a un giovane pubblico e da un articolo di rivista divulgativa, il contributo cerca di dimostrare come nella pratica di traduzione, attraverso un concetto teorico di equivalenza funzionale, tradurre pun e giochi di parole sia non solo possibile, ma anche auspicabile e gratificante, per l’autore del prodotto traduttivo e per il suo destinatario.
2017
Giochi di parole e traduzione nelle lingue europee
21
40
Marina, Manfredi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/627589
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